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Guardiamo il dito che indica la Luna, non vediamo la Luna sociale

Distrazioni continue ci impediscono di vederla


06/11/2019

L’approccio che tutti abbiamo verso il sociale moderno è la migliore dimostrazione della verità di un proverbio molto antico: “Quando il saggio indica la luna lo stolto gli guarda il dito”. Qui il Saggio non è altro che la situazione attuale del nostro sistema sociale osservata oggettivamente, concretamente, e non astrattamente e soggettivamente in base a nostre interpretazioni, simpatie e inclinazioni.

E quel dito, nel sociale, rappresenta in forma sintetica le decine di migliaia di preoccupazioni che ci attanagliano quotidianamente: la sopravvivenza, la salute, la precarietà, la povertà, l’ingiustizia, il degrado, l’abbandono, la disonestà, lo sfruttamento, la speculazione, il cambiamento climatico, lo scioglimento dei ghiacci, la morte delle barriere coralline, le isole di plastica grandi come continenti, lo smaltimento dei rifiuti tossici, l’inquinamento satellitare nell’atmosfera quando non piuttosto Trump, Putin, Macron, Merkel, Xi Jinping, i vari Partiti, la Burocrazia, la Corruzione, il Terrorismo, il Populismo, le Multinazionali, il Capitalismo personale predatorio eccetera eccetera eccetera.

Tutte queste manifestazioni di antisocialità, dunque il dito che indica, ci distraggono dal vero problema strutturale della Società umana attuale. Attirano costantemente la nostra attenzione e ognuno di noi cerca di trovare una soluzione a queste situazioni squilibrate e antiumane. È quello che stanno facendo dalla Rivoluzione francese almeno 11 generazioni di uomini e donne.

Se ripartiamo da fine ‘700 possiamo osservare che, come un’Idra di Lerna dalle 9 teste, tutte le problematiche affrontate da queste 11 generazioni, e pure la nostra, si sono ripetute in mille forme nonostante le precedenti 999 soluzioni escogitate. È come se, novelli Ercole, tutti noi tagliassimo continuamente le 9 teste dell’Idra sociale ma senza ucciderla mai: senza mai cauterizzare con il fuoco il collo della testa recisa per impedirle di riformarsi.

E se l’Idra è la Luna indicata dal Saggio – Luna che in realtà non guardiamo mai - possiamo capire come il risultato fallimentare delle nostre soluzioni nel sociale sia assolutamente inevitabile. Già meraviglia che possiamo ogni tanto, nei secoli, tagliarne una delle sue teste!

In realtà non ci accorgiamo di approcciare il sociale come quando, bendati, partecipiamo al gioco della pentolaccia: spaccarla con il nostro bastone è davvero un’impresa che ha del miracoloso.

Se torniamo al nostro proverbio iniziale, però, possiamo anche renderci conto che è la Luna che determina il Saggio ad alzare il dito per indicarcela. Infatti se non ci fosse la Luna il dito del Saggio (le problematiche sociali varie) indicherebbe qualche altra cosa o sarebbe in posizione di riposo.

E cos’è la Luna, allora, nel sistema sociale? Cominciamo col riconoscere davvero, una buona volta, cosa non è. Non è il proverbiale dito: ossia non è tutto ciò che nel sistema sociale può essere riassunto dal termine: “sostanza sociale”.


In un oggetto di uso comune, come ad esempio un seggiolone per bambini piccoli, la sostanza coincide con la materia di cui è costituito: legno, plastica, metallo ecc. La caratteristica della sostanza è di essere molteplice, come le mille problematiche del sociale moderno.

Tuttavia, ciò che dà la sua unicità a quell’oggetto è la sua forma, non la sostanza usata! Se cambiamo forma e prendiamo quella di uno stuzzicadenti, questa è unica mentre molteplice può essere la sostanza con cui lo facciamo: legno, plastica, metallo ecc.

La Luna perciò è la forma, la struttura del nostro attuale sistema sociale. E se questo viene capito fino in fondo allora diventa comprensibile il fatto che non possiamo solo concentrarci sulla sostanza del sistema sociale, come hanno fatto le 11 generazioni che ci hanno preceduto, ma che dobbiamo avere un occhio di riguardo principalmente per la forma del sistema sociale, per la sua struttura.

Quindi il sistema sociale che osserviamo ha due aspetti come un qualsiasi oggetto usato dall’uomo, e come qualsiasi oggetto che si usa da tempo ha un suo grado di usura. Immaginiamo che il sistema sociale abbia la forma di un seggiolone da bambino piccolo e che dopo 20 anni di utilizzo, com’è normale che sia, presenti un evidente degrado. Diciamo che quel seggiolone (forma, struttura) sia fatto (sostanza) di plastica.

Noi stiamo badando solo alla sua sostanza, quindi chiunque vada al potere propone la sua soluzione “sostanziale”: rifacciamolo di legno, no di metallo ecc. Ed è un litigio continuo che si amplifica perché anche se si è d’accordo con la sostanza da utilizzare (ad esempio il metallo) la priorità diventa sùbito controversa: prima facciamo la seduta, no prima i braccioli, no prima le cinture di sicurezza ecc.

Dunque ci siamo concentrati solo sulla sostanza, ma non abbiamo tenuto conto della forma del sistema sociale. Se considerassimo invece la forma, la struttura del sistema, allora ci potremmo rendere conto che l’uso richiesto ora non è più quello garantito dal seggiolone perché intanto il bambino è cresciuto, ha ormai 20 anni e non gli serve. Al bambino cresciuto serve invece una sedia normale, che tuttavia ha una forma completamente diversa dal seggiolone… anche se può consistere degli stessi materiali.

Per quanto possa apparire assurdo ad una considerazione superficiale, la realtà concreta del nostro modo di approcciare il sociale è esattamente questa. Ci accaniamo, un vero accanimento improduttivo e antisociale, sulla sostanza molteplice delle varie soluzioni sociali e non ci concentriamo sulla reale causa di quasi tutte le antisocialità presenti: che giace nella forma, nella struttura inosservata del sistema sociale.

Il sistema sociale attuale, infatti, è obsoleto e non corrisponde più all’uso che se ne dovrebbe fare. Ovvero la sua forma, la sua struttura non corrisponde più alla sua sostanza dimensionale.

Se osserviamo strutturalmente il sistema sociale nell’ultimo millennio, dobbiamo osservare l’evoluzione notevole delle sue tre dimensioni Cultura, Politica, Economia che si sono reciprocamente emancipate nel corso degli ultimi secoli. Quante conquiste abbiamo fatto, per esempio in ambito lavorativo, dalla servitù della Gleba ad oggi; o sul ruolo della Donna nella vita sociale; o sullo sviluppo scientifico-tecnologico.

Il sistema sociale nella sua “sostanza” culturale, politica ed economica è moderno, mentre nella sua “forma” è rimasto invariato, è obsoleto.

Da mille anni a questa parte, infatti, la forma del sistema è sempre stata caratterizzata dal predominio strutturale di una delle 3 dimensioni sociali sulle altre due.

Struttura unidimensionale obsoleta che non corrisponde più alla sostanza tridimensionale emancipata. Struttura sociale unidimensionale che è la stessa di secoli fa e che si riproduce identica nella Società medievale a predominio culturale (Società solida), nella Società risorgimentale a predominio politico (Società liquida), e nell’attuale Società a predominio economico (Società gassosa) di inizio terzo millennio.

È come se nella realtà di tutti i giorni volessimo usare il seggiolone da neonati per far sedere indifferentemente un bambino, un adulto e una persona anziana. Qui è evidente che non si può fare, mentre nel nostro approccio al sistema sociale attuale lo facciamo quotidianamente senza rendercene conto!

Così come la sostanza umana evolve, anche la forma della seduta deve evolvere e adattarsi all’età corrispondente. E lo stesso deve realizzarsi nel sociale se lo vogliamo davvero “sociale”.

È questa mancata corrispondenza tra sostanza tridimensionale e struttura unidimensionale del sistema sociale in cui viviamo la causa dell’antisocialità crescente degli ultimi decenni. La forma involuta, obsoleta unidimensionale del sistema deve adeguarsi alla sua sostanza tridimensionale evoluta attuale.

Diversamente non possono far altro che aumentare tutti gli esplosivi contrasti antisociali oggi presenti nelle nostre Società umane attive sul Pianeta, come dimostrano le continue turbolenze che lo attraversano.

Questa mancata corrispondenza antisociale, infatti, non favorisce ma contrasta decisamente l’evoluzione libera, eguale e fraterna dell’uomo e dell’Umanità attuale.

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