Il Governo voluto dall'Unione europea è stato sconfitto
E per far fronte al voto in Umbria, Bruxelles corre ai ripari
04/11/2019
di Mario Pinzi
Matteo Renzi, per la propria ambizione, è disposto a uccidere il partito che l’ha tenuto in grembo e a offrire alla Lega la mozione scandalosa che gli ha fornito la Ue.
Sostituendosi a Zingaretti, il leader fiorentino offrirà a Matteo Salvini le elezioni anticipate finalizzate alla conquista di palazzo Chigi, ma in cambio esigerà Mario Draghi alla presidenza della Repubblica per garantire alla Germania la sicurezza che le regole europee rovinose per l’Italia non verranno modificate.
Questa soluzione garantirebbe al suo partito “Italia viva” un travaso di voti dal Pd mai visto al mondo, che, in breve tempo, gli consentirebbe di diventare l’unico interlocutore di Bruxelles, raggiungendo così un potere strategico formidabile.
L’ex partito comunista, nella sua imbecillità, non ha percepito nulla del tradimento di Renzi, ed è convinto di poter rinascere, ma il flop della tornata elettorale umbra dimostra che il popolo non è più con lui, perché ha compreso di che pasta sono fatti i suoi dirigenti.
Insomma, questo governo ha tradito il proprio Paese e questo è il vero motivo che ha fatto scaturire la sconfitta.
Gli elettori hanno avvertito il fiato europeo sul collo e si sono rivolti all’unico leader che ha cercato di fare qualcosa per il proprio Paese.
La spiegazione del voto umbro sta tutta qui e chi non comprende questa evidente spiegazione è sicuramente in mala fede.
Wall Strett celebra i 90 anni dal grande crollo del ‘29 e le Borse, come allora, hanno avuto dieci anni di crescita incontrastata.
Il mondo è cambiato, ma la finanza non si è adeguata al cambiamento e, non capendo l’economia reale, teme un nuovo crollo.
Se la finanza non metterà le proprie risorse a disposizione l’industria edile, i Paesi resteranno inchiodati, e l’Italia non vedrà la luce in fondo al tunnel.
Questo governo rema contro se stesso, perché tiene bloccate le opere pubbliche che potrebbero far ripartire i consumi interni.
Nella lista delle priorità c’è l’acquedotto, che perde per strada il 40% dell’acqua trasportata, le scuole, gli ospedali, i ponti, gli argini dei fiumi, le strade e tante altre opere utili che, essendo produttive, potrebbero essere fatte anche a debito.
Cari lettori, la sberla ricevuta in Umbria ha fatto capire a questo governo sgangherato che mettere sul mattone altre tasse avrebbe fatto scoppiare una rivoluzione.
Così nel testo pronto per il Parlamento si sono affrettati a togliere l’innalzamento della cedolare secca sugli affitti e quella delle imposte catastali e ipotecarie sui trasferimenti immobiliari.
Insomma, in cuor mio mi aspettavo qualcosa di più, ma ero in torto, perché Gualtieri ha confermato la truffa del cash back, la tassa della plastica, delle sigarette e delle bibite.
La rapina continua e le aziende fuggono per trovare riparo dal furto delle tasse, come ha fatto la nostra storica azienda automobilistica nata nel 1899 da un gruppo di amici appassionati di corse automobilistiche.
Il primo stabilimento Fiat fu in Corso Dante, ma dopo la fuga è diventato un albergo dove ci ho dormito e, cari lettori, vi posso assicurare che il mio sonno è stato agitato, perché non solo io, ma tutta l’Italia era convinta che la storica azienda sarebbe rimasta sempre italiana.
Oggi Fiat Chrysler e Peugeot-Citroen si fondano per diventare il quarto gruppo mondiale dell’auto con sede non a Torino, ma in Olanda, dove le tasse non sono una rapina.
Il governo dalla sconfitta non ha partorito nessuna riflessione intelligente e se la Lega con la Borgonzoni dovesse ottenere lo stesso successo anche in Emilia-Romagna, il governo giallo-rosso subirebbe un colpo letale che porterebbe la Lega a raggiungere la maggioranza assoluta utile a mandarli tutti a casa…
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