Impensabile: i suoi due significati nel sociale moderno
Cosa fare oggi per non continuare ostinatamente a sbagliare
15/08/2018
di Andrea di Furia
In questo soffocante agosto 2018, ma certamente meno di quanto lo sia la contemporanea politica internazionale e nazionale, mentre ero impegnato in una ristrutturazione per mettere a norma gli impianti di casa il mio pensiero rifletteva su fatto che anche l’impianto del sistema sociale italiano dev’essere urgentemente rimesso a norma. Così com’è risulta obsoleto.
La cosa che balzava sempre più agli occhi del mio pensare è che questa consapevolezza in realtà manca, anche in chi affannosamente cerca di tendere verso questo risultato. Facendo il parallelo è come se i vari commentatori volessero pretendere di ristrutturare gli impianti di casa pensando solo di imbiancare le pareti o di comprare una nuova cucina o addirittura un complemento d’arredo di design.
Non è così! Come ho ben imparato a mie spese tintura, cucina e arredi non portano al risultato agognato: bisogna spaccare il pavimento, rifare le tracce degli impianti degradati, sostituire i tubi consunti. Una consapevolezza così precisa e concreta, invece, riguardo ai confusi e incerti pensieri che vedo fare sulla ristrutturazione del sistema sociale non si vede. C’è piuttosto, analizzato questo o quel problema, un vago nostalgico sentire che qualcosa vada pensato magari in maniera diversa dall’usuale. O addirittura che si debba osare di cogliere l’impensabile, come è il caso di Una Sinistra fuori dal tempo letto sul Corriere della Sera l’11 agosto.
Ernesto Galli della Loggia: «Ma questo è il tempo in cui, se si vuole pensare, bisogna forse essere capaci di pensare proprio l’impensabile».
Come giunge Galli della Loggia fino a tanto? Limitandoci al suo commento potremmo sintetizzarlo in questo percorso mentale: “dal molteplice all’uno”. “Uno” che è la conclusiva invocazione dell’impensabile come chiave necessaria per orientarsi e superare il confuso tempo attuale, e “molteplice” che è costituito dalle sue numerose e centrate osservazioni sulla Sinistra in rapporto con la situazione attuale.
Ecco allora da una parte la Sinistra che ha perso la sua identità storica di alfiere del primato della politica sull’economia (e sarà interessante condividerne i due motivi principali), e dall’altra lo sviluppo tecnico-scientifico-economico che per sua natura e interessi è portato a obbedire solo a propri parametri interni.
Ernesto Galli della Loggia: «Ma perché, allora, a un certo punto è accaduto che la Sinistra (insieme a lei, però, è giusto ricordarlo, anche altre culture politiche nazionali) non è più riuscita a restare fedele alla propria identità storica? Penso che abbiano agito specialmente due motivi. Il primo è che mentre la politica democratica ha conservato una base nazionale, viceversa lo sviluppo economico-finanziario è uscito pressoché interamente dal quadro nazionale, in tal modo limitando gravemente i tradizionali poteri della politica democratica. Il secondo motivo è che … la Sinistra non riesce neppure a pensare che la tecno-scienza e le ragioni del capitale – per giunta una volta che l’epicentro dell’una e dell’altro si disloca in aree geopolitiche non occidentali – possano perdere quello che a lungo è stato il loro antico carattere di veicoli di un futuro migliore».
E questo non riuscire a pensare della Sinistra (ma anche di tutte le altre forze politiche nazionali, nessuna esclusa) che le cosiddette forze materiali e tecniche del progresso umano proprio per il loro continuo sviluppo, arrivate a una certa fase, possano perdere il loro carattere progressivo e benefico ha portato a ciò che viviamo convulsamente oggi.
Ernesto Galli della Loggia: «In questa situazione il nazional-populismo risponde pertanto ad un esasperato e cieco rilancio/rafforzamento del quadro nazionale. La Sinistra invece, essendosi illusa circa il definitivo deperimento dello Stato nazionale e avendo puntato da tempo come alternativa sull’ormai paralizzata Unione Europea, non sa più che cosa fare né che cosa essere, dal momento che oggi non dispone più, e in parte non crede più in esso, dell’involucro istituzionale – lo Stato, appunto - entro il quale finora era abituata a svolgere la sua azione».
Da questa analisi ecco sorgere l’invocazione alla Sinistra di essere capaci di pensare proprio l’impensabile. Ora - al di là della lecita nostalgia di Galli della Loggia per una Sinistra all’altezza dei tempi - la capacità di pensare l’impensabile [impensabile fino ad ora] va richiesta a tutte le forze politiche e anche a tutte le forze economiche e culturali nessuna esclusa! Solo allora ci portiamo su di un piano aderente alla realtà concreta.
E tuttavia va precisato che l’impensabile ha due significati, e che solo uno di essi è positivo per il sistema sociale attuale. Impensabile può essere "ciò che fino ad ora non si è ancora pensato" (ad esempio per insufficiente consapevolezza sociale), ma può anche essere "ciò che non si deve assolutamente pensare nel sociale" (ad esempio nel senso del proverbio “errare è umano, perseverare è diabolico”).
Diventa così indispensabile conseguire una maggiore consapevolezza sociale per uscire dai vicoli ciechi in cui ci hanno portato slogan come Sinistra o Destra o Centro, che oggi sono palesemente diventati vuoti di contenuto pratico.
In questa direzione, in Italia la perdita del primato della politica sull’economia è la conseguenza del fatto che dal 1981 [anno in cui la Banca di Italia viene separata dal Ministero dell’Economia] si è verificato un rivolgimento qualitativo sostanziale nel nostro sistema sociale: da un sistema "a traino politico" incentrato sullo Stato nazionale siamo passati a un sistema "a traino economico" incentrato sul Mercato globale. La dimensione sociale Economia, rovesciando i tavoli, ha finalmente conquistato il primato sulla dimensione sociale Politica.
Siamo passati così dalla Società liquida (a traino politico) di Zygmunt Bauman alla Società gassosa (a traino economico) di Milton Friedman. Ma il pensiero umano, sia quello specialistico sociologico che quello usuale corrente, non ne è ancora divenuto consapevole.
Pensiamo ad esempio al recente crollo della moneta turca e al titolo dei giornali: “La Turchia spaventa i Mercati”, titolo che ha una sua giustificazione solo nella passata Società liquida a predominio politico. Ma oggi siamo nella Società gassosa a predominio economico e il titolo aderente alla realtà è questo: “I Mercati spaventano la Turchia”. È infatti il raddoppio dei dazi su acciaio e alluminio di Trump che ha determinato il crollo turco! Oppure pensiamo all’uso spregiudicato dello spread o dei derivati tossici o degli embarghi commerciali con cui i Mercati oggi condizionano gli Stati nazionali.
Di fatto, quando Galli della Loggia scrive che “Il blocco nazional-populista ha cercato di dare una risposta (se ci riuscirà è un altro discorso) a una vasta domanda di protezione sociale di tipo nuovo” non si avvede che la novità consiste solo nel riposizionarsi della stessa domanda di protezione sociale che viveva nella Società liquida di fine secondo millennio come conseguenza dell'esser stata trapiantata di forza nella Società gassosa di inizio terzo millennio: all'interno di tutte le sue esplosive contraddizioni.
E che non ci sia nulla di nuovo nelle soluzioni pensate per far fronte ad essa se ne accorge anche il nostro commentatore quando conclude che “bisogna forse essere capaci di pensare proprio l’impensabile”.
Tolto quel forse - non è il momento di fare i timidi - passerei a definire prima cosa non si deve assolutamente pensare nel sistema sociale di oggi. Soprattutto si deve evitare l’usurato approccio consueto che ostinatamente si rivolge solo alla “sostanza” del sistema sociale: ai suoi mille problematici contenuti e alle infinite cose che non vanno sintetizzabili nella costante crescita delle disuguaglianze sociali. Approccio insufficiente, confuso e sterile che non è mai cambiato da secoli (!), e che nella Società gassosa odierna è rimasto lo stesso della Società liquida di ieri.
L’approccio aderente alla realtà è invece quello che considera prioritario agire prima sulla “forma” del sistema sociale: è questa che va ristrutturata prima di cambiare uno qualsiasi degli orientamenti economici, politici e culturali che ne costituiscono solo la "sostanza". Ma per agire sulla forma occorre conoscerla… e qui casca l’asino avrebbe detto mia madre, accompagnando uno scappellotto affettuoso sulla nuca di uno dei suoi sanguinici figli.
Vi siete mai chiesti se il sistema sociale in cui viviamo è per sua natura amorfo o se viceversa ha una sua forma precisa? Nel momento in cui lo fate balza sùbito agli occhi che ce l’ha. La forma del sistema sociale è ciò che viene condiviso come struttura sia dalla Società liquida, sia dalla Società gassosa.
E la struttura condivisa da entrambe consiste nel fatto incontrovertibile che “una sola dimensione sociale predomina sulle altre due, asservendole ai propri intrinsechi scopi”. Nella società liquida era la dimensione sociale Politica ad avere il predominio, nell’attuale Società gassosa ad avere il predominio è la dimensione sociale Economia.
Questa struttura unilaterale del sistema sociale ha comportato che nella Società liquida di ieri fosse lo Stato nazionale a diventare il contenitore esclusivo unico per il trattamento e la raccolta indifferenziata del sociale complessivo (culturale-politico-economico); ed è questa stessa struttura del sistema che nella Società gassosa di oggi fa in modo sia il Mercato globale a diventare il contenitore esclusivo unico per il trattamento e la raccolta indifferenziata del sociale complessivo. Cambia la dimensione sociale alla guida del sistema sociale, ma la sua struttura basale permane immutata. Dunque, resta uguale a prima: antisociale come prima!
E proprio la raccolta “indifferenziata” del sociale complessivo (culturale-politico-economico) solamente in un contenitore unico è il problema strutturale chiave da risolvere con urgenza ora. Infatti, che il contenitore unico sia lo Stato o il Mercato è indifferente. Tutte le migliaia di problemi sostanziali, tutta la violenza corrosiva del sistema attuale (potenziale e in atto) dipendono da quest’unico dato strutturale oggettivo. In realtà, "la raccolta indifferenziata del sociale complessivo (culturale-politico-economico)" è la madre di tutte le passate e attuali malsane tendenze antisociali del sistema attuale: nel Mondo, in Europa e, naturalmente, in Italia.
Pensare di risolvere anche uno solo dei problemi sociali attuali – Galli della Loggia ne enumera alcuni: riconfigurazione del mercato del lavoro, retribuzioni in calo, concorrenza selvaggia da importazione di merci a basso costo, deficit dei meccanismi democratici – senza prima eliminare la causa strutturale che ne è all’origine [ovvero il predominio esclusivo di una dimensione sociale sulle altre due, che asserve ai propri scopi] è esattamente ciò che si deve finalmente cessare di pensare: è proprio questo ciò che oggi è negativamente impensabile!
Viceversa l’impensabile positivo per il sistema sociale attuale (ciò che finora non si era ancora pensato per insufficienza di concreta consapevolezza sociale) è che bisogna agire prima sulla sua “forma”, sulla struttura monodimensionale antisociale del sistema, ossia in particolare sulla squilibrata e unilaterale "raccolta indifferenziata" del sociale complessivo (culturale-politico-economico) se si vuole ristrutturare in concreto il sistema: facendolo evolvere al trattamento innovativo e urgente della raccolta “differenziata” della sua triplice complessità sociale.
Come va pensata allora la raccolta differenziata del sociale preso nella sua complessità culturale-politica-economica? Esattamente come si fa con raccolta differenziata dei rifiuti urbani: la carta ha un suo contenitore specifico, l’umido ha un suo contenitore specifico, vetro-plastica-lattine hanno un loro contenitore specifico.
E nel sistema sociale quali sono gli specifici contenitori per la raccolta differenziata della triplice complessità sociale? Li abbiamo da decenni sotto i nostri distratti occhi: lo Stato quale contenitore esclusivo per tutto ciò che è politico, per la tutela dei diritti e il rispetto dei doveri nella Comunità; il Mercato quale contenitore esclusivo per tutto ciò che è economico, per la circolazione di merci e servizi sul Territorio; la Scuola quale contenitore esclusivo per tutto ciò che è culturale, per lo sviluppo di talenti e qualità nelle Persone.
Basta una semplice legge statale in Parlamento che istituisca questi tre contenitori differenziati con i loro tre scopi sintetici specifici, e tutto il triplice sociale complessivo che ora turbina e rumoreggia violentemente si depositerà armonicamente in essi.
Dall'antisociale, squilibrata ed esplosiva Società gassosa passiamo così alla equilibrata e armonica “Società tridimensionale dei nuovi tempi”: in cui le tre dimensioni sociali non lottano più ferocemente come prima - al banale e antisociale fine di consegnare il predominio unilaterale del sociale complessivo (culturale-politico-economico) ai propri specifici gruppi dominanti - ma grazie alla loro conquistata autonomia reciproca e alla raccolta differenziata del sociale complessivo nei tre rispettivi contenitori specifici, separati tra loro, diventano sinergiche e responsabili in relazione agli obiettivi condivisi. A tutto vantaggio sia delle singole Persone, sia della Comunità nazionale, sia del Territorio... locale o globale che sia.
E tutto questo ragionamento, non ci rende forse più capaci di pensare l'impensabile? Appunto!
(riproduzione riservata)