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In Italia si evade per necessità

La dissennata pressione fiscale e i bassi redditi promuovano l’evasione


14/10/2019

di Mario Pinzi


Per risolvere un problema occorre andare all’origine del problema. 
Fatta questa affermazione cerchiamo di fotografare la verità. 
I veri evasori sono gli operai che, con lo scarso stipendio percepito, non arrivano a fine mese e per necessità nel weekend sono costretti a fare dei lavori in nero utili a coprire le esigenze della propria famiglia. 
In sintesi, siamo tutti degli evasori, ma le imprese possono farlo legalmente. 
A questo punto credo sia corretto spiegare il loro vantaggio: operando in un mercato mondiale, scaricano la maggioranza delle spese in Italia e lasciano gli utili nella sede straniera che richiede il tributo più equo. 
Da questo dato di fatto si deduce che i 108 miliardi annui di evasione fiscale italiana derivano principalmente da operai, cassaintegrati e disoccupati. 
Questa verità è fin troppo chiara ed è sorprendente osservare che un governo sinistrorso come quello che abbiamo non difenda gli operai, ma li aggredisca. 
L’evasione italiana nasce per necessità e vedere un accanimento persecutorio così feroce verso la povera gente dovrebbe indurre il Papa a prendere le loro difese, ma in questo momento il Santo Padre è molto preso da alcune operazioni finanziarie condotte illegalmente da alcuni prelati attraverso la banca Vaticana (lo Ior) e dal faticoso sostegno agli sbarchi extracomunitari nel nostro Paese.   
Al centro dell’inchiesta Vaticana ci sono svariate compravendite immobiliari di pregio compiute a Londra attraverso l’Obolo di San Pietro, che da tutto il mondo riceve le offerte destinate al Papa finalizzate al sostegno dei poveri e questo illecito, purtroppo, non è la prima volta che accade. 
In Italia, su sessanta milioni di residenti, gli occupati sono 24 milioni.  
Diciotto milioni sono dipendenti, mentre gli indipendenti sono circa sei milioni. 
Purtroppo, a questo numero si devono aggiungere i 19 milioni di individui che cercano ancora un impiego (alcuni non hanno mai lavorato, altri hanno lavorato per breve tempo e la maggioranza ha perso il posto per la chiusura dell’azienda). 
Con questa situazione, un governo serio che voglia aiutare la classe operaia alla canna del gas, dovrebbe mettere mano alla Flat tax e concretizzarla anche a debito.  
Se questo governo progressista guidato da Conte e Renzi invece di ridurre le tasse continuerà a combattere il contante dimostra che gli italiani possono essere sacrificati al volere nefasto dell’asse franco-tedesco e i suoi leader dovrebbero essere immediatamente licenziati per fargli comprendere direttamente che il nero avviene per la sopravvivenza.     
Questo clima di persecuzione fiscale va immediatamente interrotto e la lotta al contante è un atto disonesto che getta fango su chi lo persegue. 
L’inganno è stato spiegato magnificamente dal collega Alessandro Sallusti attraverso un esempio pubblicato sul proprio giornale che vi riporto: “Prendiamo due signori, un panettiere e un fruttivendolo. Ogni mattina il primo va a comperare dieci euro di frutta dal secondo, e questi la sera va dal primo e compra dieci euro di pane. Entrambi pagano con una banconota, magari la stessa, e lo scambio può andare avanti all’infinito senza che nessuno dei due perda il suo potere d’acquisto. Ora i due decidano di adeguarsi all’invito del governo, e al posto delle banconote usano la carta di credito. A ogni “strisciata” della carta i dieci euro perdono un pezzetto (dallo 0,5 all’1,5 per cento a seconda delle condizioni) per via delle commissioni bancarie e delle società che erogano e gestiscono il servizio telematico. Morale: dopo cento acquisti di pane e frutta (cinquanta giorni nel nostro banale esempio) i famosi dieci euro che con l’uso della banconota sarebbero stati eterni si sono volatilizzati. Non li hanno più né il panettiere né il fruttivendolo, sono finiti a terzi, banche e società finanziarie) che nulla hanno a che fare con la produzione, la conservazione e la vendita di pane e frutta”. 
Questa dimostrazione evidenzia la truffa che c’è dietro alla cancellazione del contante e l’ordine emanato dall’asse franco-tedesco finalizzato a boicottare la nostra economia sottolinea il tradimento dei nostri ministri.  
Il loro comportamento sottrae liquidità al Made in Italy e i provvedimenti che stanno attuando non sono rivolti a migliorare la vita dei cittadini, ma a complicarla. 
Non ci vuole molto a comprendere che con queste azioni saranno le masse operaie a condurre il proprio partito al confino.    
La lotta alle banconote è una dittatura che cancella la libertà e i nostri industriali, appena possano, cercano la salvezza all’estero per essere agevolati da un fisco benevolo e corretto.  
Cari lettori, l’annullamento dell’evasione fiscale si ottiene attraverso la detraibilità di tutte le spese che un cittadino è costretto a fare e la Flat Tax diventerebbe la ciliegina sulla torta.   
Se questo governo continuerà a combattere il contante, vuol dire qualcuno gli ha ordinato la morte dell’Italia e presto la ribellione delle famiglie diventerà incontenibile…         

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