La rimozione di Paolo Savona da ministro lascia senza parole
Ma forse c’è qualcosa di non detto che vale la pena di svelare...
11/02/2019
di Mario Pinzi
Si rimane senza parole nel vedere Paolo Savona lasciare la poltrona di ministro per gli Affari europei dopo essere stato costretto da Sergio Mattarella ad abbandonare l’incarico di ministro dell’Economia, e proprio per questo motivo prima di ipotizzarne la motivazione credo che sia importante riportare alcune sue frasi rilasciate nelle interviste condotte da alcuni colleghi che fanno comprendere chi è Savona e per quale motivo l'Europa lo vorrebbe bruciare vivo:
- “Sono contrario a questa Unione europea e all’euro, e il potere tedesco di Angela Merkel è molto simile a quello di Adolf Hitler”;
- “La Germania dopo la fine del nazismo non ha cambiato la visione del suo ruolo in Europa, e purtroppo l’Italia continua a subirne il fascino che aggrava la propria economica”;
- “Non esiste l’Europa, esiste solo una Germania circondata da pavidi”;
- “La Merkel non è europeista perché il suo elettorato non lo è”;
- “Al contrario della Germania, la Russia ha una forza politica priva di intenzioni belliche e conviene averla amica”;
- “Le sanzioni che gli Stati Uniti, per mano europea, hanno applicato alla Russia, sono ingiuste e penalizzano l’economia italiana”;
- “Trattare con l’Europa affinché l’Italia a debito possa ricostruire il Paese, e nel caso di un rifiuto uscire dall’euro”;
- “Occorre distaccarsi dalla moneta unica a “sorpresa”, senza nessun preavviso, durante il fine settimana, quando le banche sono chiuse”;
- “L’euro è una gabbia tedesca”;
- “La Merkel ha sostituito la potenza militare con quella economica”;
- “Se si sapesse che l’Italia ha un piano B per uscire dall’euro, la Germania e gli altri Paesi si troverebbero costretti a dover valutare gli effetti che pagherebbero in termini di valore del cambio e della chiusura del mercato italiano ai loro prodotti, e ci tratterebbero con minore aggressività”;
- “Quelli che oggi si dicono europeisti in realtà sono anti-italiani”;
- “Le difficoltà dell’Unione Europea si concretizzano con le colpe dell’élite che la guida, perché quando dicono di fare gli interessi del popolo dicono quello che non fanno”;
- “Non ho mai chiesto di uscire dall’euro, ma di essere pronti a farlo se, per qualsiasi ragione, ne fossimo costretti”;
- “Uscire dalla moneta unica comporta alcune difficoltà altrettanto gravi di quelle che abbiamo per restarci”;
- “L’intera costruzione dell’Unione Europea è un problema”;
- “Per come è fatta l’Unione il nostro Paese è penalizzato, e si trova in una gabbia dove può contare solo su se stesso”;
- “Anche se fingiamo che il problema non esiste, il cappio europeo continua a stringersi attorno al collo dell’Italia”.
In passato, Salvini avrebbe fatto esplodere il Quirinale pur di avere Savona alla guida dell’economia italiana, ma ora anche lui ha acconsentito al suo trasferimento in Consob. Cosa è accaduto?
Mattarella, ancora prima che i giochi per quella poltrona fossero chiusi, ha fatto sapere che non avrebbe avuto problemi a firmare il provvedimento con cui Savona veniva nominato presidente della Commissione di vigilanza della Borsa, e questa sua anticipata disponibilità fa nascere il sospetto che la testa dell’economista sardo sia stata barattata per ottenere dalla Commissione europea il via libera alla nostra contrastata finanziaria.
Desidero ricordare che quando Mattarella si rifiutò di avallare la nomina del guerriero Savona all’economia, il Governo era pronto all’impeachment del Presidente per “Alto tradimento e attentato alla Costituzione”.
Purtroppo, è triste osservare che abbiamo calato nuovamente le brache.
Ora il guerriero se ne va, ma nasce un forte dubbio.
Se Salvini vincerà le votazioni europee, senza Savona sarà in grado di contrastare l’Europa?
Personalmente penso di no, ma forse c’è una speranza che sorge dal basso.
Finalmente, con deplorevole ritardo, dobbiamo costatare che il crollo italiano è sulla bocca di tutti, e la spinta che può arrivare dai cittadini potrebbe convincerlo a riportarlo in squadra.
Per far ripartire il Paese occorre onestà e determinazione, e la coppia Salvini-Savona è sicuramente la carta vincente.
Oggi sta accadendo quello che ripeto da anni, e per salvare l’Italia chiedo a tutti i colleghi di affermare che la colpa del nostro disastro ricade esclusivamente sull’Europa e i suoi sostenitori.
Questo governo, con il Savona-pensiero, aveva preparato per Bruxelles una finanziaria espansiva utile a far ripartire i consumi interni, ma dopo lunghe trattative è stata svuotata dei suoi contenuti principali, e per ottenere l’okay definitivo sembra che sia stata chiesta la testa di Savona.
Alla luce di questa probabile certezza, è evidente che in patria qualcuno deve aver caldeggiato la richiesta, e proprio per questo motivo mi sorgono due domande da rivolgere al presidente Mattarella.
La prima e semplice: come si può pensare di far ripartire il Paese se non ripartono i consumi interni?
La seconda: se le infrastrutture dell’Italia non saranno rinnovate quale futuro può avere il nostro Paese?
Caro presidente, i politici si muovono solo per convenienza elettorale, ma per lei le cose dovrebbero essere completamente diverse.
Le ricordo che l’Italia è ferma da anni e lei, caro presidente, per il ruolo che ricopre, ha il dovere di farla ripartire mettendo le basi di una nuova Europa che metta al bando l’egoismo personale…
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