Adriano Olivetti e le buche nell'asfalto capitolino
L’approdo antieconomico della dimensione economica moderna
12/03/2018
di Andrea di Furia
È opinione diffusa – ancorché erronea, scrive Zigmunt Buman nel suo Danni collaterali – che la qualità complessiva di una Società possa e debba essere misurata sulla base della qualità media delle parti che la compongono. E che se una qualsiasi di esse scendesse al di sotto di tale media, difficilmente il suo deterioramento potrebbe a sua volta compromettere la qualità, la funzionalità e la capacità operativa della struttura sociale nel suo complesso.
Come sempre la realtà interviene letteralmente a disintegrare questa opinione in svariatissimi casi. L’ultimo in ordine di tempo, infatti, sono le buche che a Roma si sono prodotte per la disintegrazione del manto stradale cittadino per effetto del forte maltempo. Buche che hanno decisamente abbassato al di sotto della qualità media la viabilità cittadina: compromettendo al contempo la qualità, la funzionalità e la capacità operativa della struttura sociale nel suo complesso.
Sono stati infatti chiusi ponti, strade, deviati i percorsi degli Autobus, ridotta la velocità a 30 km orari: immaginabile il calvario dei cittadini (e non) che vivono a Roma o che la frequentano per lavoro, costretti allo slalom da un fenomeno che tuttavia non è sconosciuto e contro cui la dimensione economica nulla può, a causa della sua stessa pietra di fondamento malata: il denaro.
I numeri riportati da Corrado Zunino su La Repubblica del 9 marzo parlano chiaro: sia quelli del momento [4.347 gli incidenti relativi dal 12 febbraio al 9 marzo 2018, più del doppio rispetto al corrispondente periodo 2017, per 80.000 motorini e 150.000 autovetture; con richieste di risarcimento al Comune tra danni a persone e a cose intorno a 1,5 milioni di euro] sia quelli decennali [una buca ogni 15m (!) nell’82% dei circa 6.000 km di strade cittadine]. Il comune ha varato un Piano Marshall per 17 milioni di euro per la copertura di 1500 buche al giorno per un mese.
Ma c’è un ma: servirebbe 1 miliardo di euro e Roma capitale ne ha già 13 di debito. E c’è un secondo ma: su strade e alberi crollati le gare d’appalto sono in ritardo. E c’è un terzo ma: dal 2008 i finanziamenti all’assessorato capitolino dei Lavori Pubblici i finanziamenti si sono ridotti: così invece che rifare le strade ogni 15 anni e manutenzionarle ogni 10 si è ripiegato sul riparare le buche stradali e si è ridotto il personale dedicato ai controlli: nell’XI Municipio –riferisce sempre Zunino – per 400 km di asfalto c’è un solo geometra.
E qui casca l’asino, ovvero il moderno analfabeta sociale di ritorno con i suoi punti programmatici elettorali, non capendo che non è un problema di cose (le buche, i soldi) ma di sistema: il sistema sociale che moderno non è più in grado di servire alle esigenze attuali. E’ obsoleto e quindi: rema contro invece che aiutare, ostacola invece che supportare, inverte il sociale voluto in antisociale imprevisto. Mai come in questo caso la toppa è peggio del buco.
Prendiamo al dimensione economica, qual è il suo compito sociale? Soddisfare i bisogni (anche stradali) delle Comunità e delle Persone sul Territorio. Come lo dovrebbe fare? Producendo ricchezza, che si trasforma in denaro che serve: ad esempio a rifare le strade. Eppure il denaro prodotto non è più sufficiente, da tempo, a svolgere il suo unico ruolo sociale: che è quello di facilitare nel tempo e nello spazio la circolazione di merci e servizi sul Territorio (non la finanza allegra e i giochini speculativi in Borsa o sui Bitcoin). Denaro che di suo dovrebbe rappresentare esattamente il valore delle cose e che perciò dovrebbe valere tanto quanto le cose stesse, in un rapporto di 1:1.
Qui i casi sono tre: o il denaro in circolazione è poco o il denaro non rappresenta più il valore delle cose o le cose (un caffè, un litro di latte) sono cresciute di dimensione. Eliminiamo però sùbito il terzo caso: un caffè è sempre un caffè, un litro di latte è sempre un litro di latte. Le cose non sono cresciute: ad esempio un litro non è ha occupato lo spazio di due litri.
Esaminiamo il primo caso: il denaro in circolazione è poco. Sì, è vero. Viene fissato negli immobili (come casa di abitazione) o viene deviato, come si devia il corso del fiume, verso le tasche degli speculatori (che non riparano strade, ma mandano volentieri tutti noi sulla strada).
Questo è un automatismo del sistema sociale attuale malato: malato perché strutturato a 1Dimensione sociale dominante sulle altre due. Se si vogliono cambiare le cose va cambiata la struttura del sistema, che va resa tridimensionale: a 3Dimensioni autonome e sinergiche.
Esaminiamo il secondo caso: il denaro non rappresenta più il valore delle cose. Sì, è vero. Un caffè nel 2000 costava in euro 0,46 centesimi e un litro di latte 0,41 centesimi. Oggi costa il caffè costa 1,10 e il litro di latte, 1,55 (alta qualità): il caffè è più che raddoppiato e il litro di latte è più che triplicato.
E come mai con 1,1 euro non compro due caffè ma uno solo? e con 1,55 euro non compro 3 litri di latte ma uno solo? Perché il denaro non rappresenta più il valore concreto della cosa cui si riferisce. E' divenuto astratto, si è letteralmente "volatilizzato".
Questo avviene perché mentre la cosa (latte, caffè, strade) deperisce col suo consumo, il denaro che dice di rappresentare il valore delle cose non si consuma altrettanto, ma persiste immutato nel suo valore numerico. Per cui nel caso del caffè il rapporto non è più di 1:1 (un caffè = 0,46), ma 1:2 (un caffè = 1,1 euro) ovvero ci vogliono due denari per una cosa e 1:3 (un litro di latte = 1,55) ovvero ci vogliono tre denari per un’altra cosa e così via. Per questo oggi ci vuole 1 miliardo di euro rifare le strade di Roma e fra 10 anni ce ne vorranno 2, di miliardi di euro. Probabilmente anche di più.
E anche questo è un automatismo dell’attuale sistema sociale malato: malato perché strutturato a1Dimensione dominante sulle altre due. Per riportare in pareggio (1:1) cose e denaro non serve ad esempio, come si è fatto in Europa, passare alla moneta unica, bensì occorre modificare la strutturazione del sistema sociale. Di nuovo siamo tornati all’unico punto programmatico concreto, ovviamente mancate nel programma astratto di qualsiasi partito: italiano e non.
Non afferrando il tema strutturale per affrontare i guasti del sistema sociale moderno, non si è neppure grado di conoscerne la realtà concreta. Così come il Ministro Padoan, il Signore degli stellari algoritmi economici pubblici, non è in grado di conoscere cosa costa un infinitesimale litro di latte e fa scena muta. Un esempio meraviglioso della siderale astrattezza concettuale scientifica che viene inutilmente applicata al sociale, rispetto alla realtà quotidiana terra-terra e alle sue esigenze concrete.
Strutturalmente il sistema sociale a 1Dimensione dominante sulle altre due non è cambiato (è sempre a 1D) ma è cambiata la dimensione alla guida del sistema. Fino al 2000 la dimensione sociale alla guida era ancora quella Politica e, con Zigmunt Bauman, possiamo definire quel sistema sociale a1D Società liquida. Ma da inizio terzo millennio è ormai la dimensione economica alla guida del sistema sociale a 1D. E' cambiata "la qualità" (non la quantità) del sistema sociale attuale: da liquida la Società umana attuale è diventata "gassosa".
E i tempi di reazione di un gas sono quantitativamente molto, molto più veloci di quelli di un liquido. E’ cambiata “la qualità”, in più, di un sistema sociale già malsano di suo. Quindi la malattia antisociale nella Società gassosa a traino economico procede molto più veloce che nella Società liquida a traino politico. Mai come oggi infatti i soldi non circolano e il denaro è sempre meno capace di rappresentare il valore delle cose. Tanto che la cosiddetta Economia è diventata un'Antieconomia apportatrice di caos sociale.
Per questo sul Territorio sempre più aziende non sono capaci di remunerare il lavoro umano e si buttano sui suoi sostituti informatici e meccanici o delocalizzano verso territori dove questi costi sono inferiori. Per questo le Amministrazioni pubbliche non sono più in grado di amministrare la Comunità e la cosa pubblica. Per questo le Persone sono sempre meno in grado comprare le cose che servono loro per vivere. Tre situazioni che abbassano altrettante qualità medie, ognuna delle quali incide sulla la qualità, la funzionalità e la capacità operativa della struttura sociale nel suo complesso.
Di diverso parere era Adriano Olivetti, che il sistema sociale lo sapeva leggere e scrivere in tutte e tre le dimensioni sociali. In lui il proposito di tendere verso una concreta tridimensionalità strutturale del sistema traspare in tutta la sua triplice opera: imprenditoriale, culturale e politica.
Tutti conoscono l’OLIVETTI SpA leader mondiale delle macchine da scrivere e da calcolo; solo alcuni specialisti come gli Architetti ne conoscono il sapiente pionierismo nel promuovere l’Urbanistica e il design; pochissimi conoscono nel suo Ordine politico delle Comunità la risposta più attuale e concreta alle due criticità dei nostri tempi:
a) la malinconica decadenza delle ultime vicende della Società liquida a traino politico sulla via del disarmo per l'avvento di lobbismo e affarismo
b) l'involuzione antisociale che l'arrenbante Società gassosa a traino economico sta velocemente imponendo a tutti. Vedi il protezionismo alla sturmTrumpen e le sue isteriche ripercussioni planetarie.
Per Olivetti, che si è prodigato in tutte e tre le dimensioni sociali, la qualità complessiva di una Società può e dev’esser misurata sulla base della qualità massima delle parti che la compongono.
Perciò se una qualsiasi di esse scendesse al di sotto di tale massima, inevitabilmente il suo deterioramento potrebbe a sua volta compromettere la qualità, la funzionalità e la capacità operativa della struttura sociale nel suo complesso. Come di fatto avviene.
Se notate è l’esatto contrario dell’opinione errata corrente tra gli analfabeti sociali di ritorno moderni che si dedicano alla Cultura, all'Economia e alla Politica. I quali ultimi indipendentemente dal successo elettorale appena conseguito - pur volenterosi, ma ignoranti la questione strutturale sistemica (a1D o a 3D?) - verranno inevitabilmente ostacolati e giocati dal Convitato di Pieta strutturale: dagli automatismi antisociali inosservati originati dal sistema sociale stesso.
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