Automatismi deleteri del sistema mondiale inosservati anche… da chi ne parla
Analizziamo il punto di vista di Paul Krugman sulla caduta dell’Impero americano
22/06/2018
di Andrea di Furia
Di fronte alle travolgenti forze strutturali della Natura a volte riusciamo a capire che il comportamento dell’uomo in realtà soggiace ad un automatismo obbligato che travalica la sua volontà. Un terremoto che allontana dalla propria abitazione migliaia di persone, uno tsunami con onde alte 100 metri che devasta una costa e costringe i superstiti a rifugiarsi in altri lidi, un tornado che imperversa sfrenato su vasti territori e impone l’evacuazione di migliaia di persone… sono tutte situazioni che determinano comportamenti automatici nell’uomo. E certamente a seguito di quegli eventi naturali non si accuserà nessun uomo di esserne l’origine.
Viceversa nel sociale moderno complessivo – costituito da tutte le iniziative economiche, politiche e culturali – questo non accade mai. Esistono tuttavia anche qui nel sistema sociale attuale, come nella Natura, travolgenti forze strutturali che determinano gli stessi risultati deleteri sulle Comunità umane planetarie! E tuttavia nessuno le osserva con la dovuta attenzione, per cui da una parte non si riesce a capire come potersi difendere da questi automatismi ineluttabili e dall’altra si finisce coll'accusare un Popolo o un uomo come origine di tutto ciò.
Tanto per non fare nomi ci richiamiamo ad uno stimato premio Nobel per l’economia: l'americano Paul Krugman. Sarà importante riflettere sul fatto che rappresenta “i più informati”, “i più attenti”, “i più competenti” che oggi dibattono i temi sociali a livello planetario. Anche lui accusa l’uomo e non vede l’automatismo sistemico strutturale sottostante che costringe ineluttabile l'uomo di oggi a fare quello che fa: in realtà più “medium” che un uomo. E qual è questo automatismo?
Ne abbiamo più volte parlato: il sistema sociale umano si comporta esattamente come la Natura. A volte produce terremoti, a volte tsunami, a volte tornado. Questo avviene perché la sua strutturazione base è “a una dimensione sociale dominante sulle altre due”. Altre volte l’abbiamo definita “monodimensionale”, oppure l’abbiamo sintetizzata così: “a 1D”.
Il sistema sociale umano produce terremoti quando la sua dimensione sociale dominante è la Cultura (ad es. nel Medio-evo: sistema a traino religioso); produce tsunami quando la sua dimensione sociale dominante è la Politica (ad es. dalla Rivoluzione francese alla seconda guerra mondiale: sistema a traino politico); produce tornado quando la sua dimensione dominante è l’Economia (dalla fine della guerra fredda in poi: sistema a traino economico).
Per qualificare queste tre tipologie qualitative di automatismi – tutti storicamente sfuggiti al controllo dell’uomo, perché l’uomo non considera la loro concretezza – e facendo dell’analisi sulla "modernità liquida" di Zygmunt Bauman non un geniale se pur vuoto slogan, ma un’immagine-sintesi concreta della realtà strutturale sopra-descritta, abbiamo definito:a) la monodimensione culturale dominante come “Società solida”, in cui prevalgono i valori e l’educazione/formazione della Persona;
b) la monodimensione politica dominante “Società liquida”, in cui prevalgono le relazioni nelle Comunità;
c) la monodimensione economica dominante “Società gassosa”, in cui prevalgono i bisogni che si originano sul Territorio. E tutti e tre i casi ricomprendono sempre i vari livelli di complessità: locale, nazionale, internazionale, planetaria.
Fatta questa premessa osserviamo cosa scrive il noto economista nel suo commento “La caduta dell’Impero americano”, su La Repubblica del 20 giugno 2018.
Paul Krugman: «Il governo USA sta strappando i bambini dalle braccia dei suoi genitori per chiuderli in aree recintate. Il presidente USA sta imponendo alle forze dell’ordine di smettere di indagare sui suoi collaboratori per mettersi a dare la caccia ai suoi avversari politici. Sta insultando gli alleati democratici ed esalta i dittatori sanguinari. Oltre a ciò, una guerra commerciale globale appare sempre più probabile».
Un pauroso tornado di eventi sociali, vero? Bene, hanno una causa comune? Se sì, qual è per lui?
Paul Krugman: «Che cosa hanno in comune questi avvenimenti? Chiaramente sono tutti collegati alla personalità dell’uomo che siede alla Casa Bianca, senza dubbio l’essere umano peggiore che abbia mai occupato la sua posizione».
Il fatto che il nostro premio Nobel non conosca e non consideri la strutturazione “a 1D” del sistema sociale in cui vive gli fa vedere l’uomo (Donald Trump) come causa e non l’automatismo sistemico conseguente al venire in essere della Società gassosa a traino economico (che ha sostituito qualitativamente la precedente Società liquida a traino politico). E tuttavia si accorge anche lui che qualcos’altro è avvenuto al di là di Trump: il mondo che osservava prima (la Società liquida a traino politico) senza però in realtà conoscerlo dal punto di vista strutturale... non c’è più.
Paul Krugman: «Si deve tener presente, però, anche un contesto molto più ampio, che non riguarda soltanto Trump. Ciò a cui stiamo assistendo è un ripudio sistematico dei valori americani invalsi da tempo, proprio i valori che hanno fatto grande l’America. Il nostro ruolo nel mondo si è sempre basato su qualcosa di più che dei soldi e delle armi: si è basato anche sugli ideali. L’America incarna qualcosa di ben più grande, i principi universali della libertà, dei diritti umani e della legalità. La Pax americana era una sorta di impero: è innegabile che l’America è stata prima inter pares per molto tempo. Ma, rispetto ai parametri storici, è stata un impero straordinariamente benevolo, tenuto insieme dal soft power e dal rispetto, più che dalla forza».
Già qui si vede bene che Krugman sente nostalgia della perduta Società liquida dove prevaleva la dimensione politica con i valori culturali che difendeva su cui i soldi, l’economia e gli accordi commerciali non potevano prevalere. Adesso però, nella Società gassosa a traino economico, è tutt’un’altra musica.
Paul Krugman: «Anzi, gli accordi commerciali erano stati concepiti proprio per rendere l’America più ricca, ma fin dall’inizio implicavano qualcosa di più dei dollari e dei centesimi. In verità, il moderno sistema commerciale internazionale in buona parte è figlio non di economisti o di interessi affaristici, bensì di Cordell Hull, il segretario di Stato che servì a lungo nell’amministrazione di Roosevelt e che credeva che “gli scambi commerciali redditizi tra le nazioni” fossero i presupposti indispensabili per dare vita a “una pace duratura”».
Per Krugman tutto quanto sta accadendo sta per porre fine all’“Eccezionalismo americano”: “stiamo gettando tutto alle ortiche”. Naturalmente nota anche dell’altro – però lo nota come uomo della trascorsa Società liquida a traino politico, non come uomo dell’arrembante Società gassosa a traino economico – e tuttavia senza arrivare a capire come questo sia un automatismo sistemico preciso, una conseguenza inevitabile e non contrastabile senza le necessarie conoscenze, del passaggio qualitativo strutturale negli USA dalla Società liquida americana alla Società gassosa americana. Apparentemente sembra un'evoluzione, ma non è così. In realtà è un'involuzione sociale.
Cambiano infatti le dinamiche sistemiche sociali con il dominio della dimensione economica sulle altre due: il Mercato si sostituisce allo Stato come contenitore unico di tutte le iniziative culturali, politiche ed economiche. Di conseguenza, a livello planetario e “in una prospettiva a breve”, cambia soprattutto il proprio posizionamento sul Mercato globale.
Paul Krugman: «Tutto questo non tornerà utile ai nostri interessi. L’America non è neanche lontanamente una potenza dominante come 70 anni fa. Trump farnetica se crede che gli altri paesi faranno marcia indietro davanti alle sue minacce. Se poi ci indirizzeremo davvero verso una guerra commerciale in piena regola, sia lui sia i suoi elettori resteranno sconvolti da come andranno le cose: alcune industrie ci guadagneranno, ma milioni di lavoratori saranno trasferiti altrove».
Per il premio nobel americano è Trump che sta distruggendo tutto ciò che rendeva grande gli USA: li sta trasformando in uno dei tanti bulli planetari... ma tuttavia restando un bullo “le cui prepotenze sono di gran lunga meno efficaci di quello che egli immagina”.
Pensate che tornado sociale globale c’è stato per trasformare il Paese guida politica del Mondo in uno dei “tanti bulli” che infestano il Pianeta. Possibile attribuirlo a Donald Trump? Direi di no.
Se partiamo a ritroso, da lui in quanto Presidente degli USA, dobbiamo rammentare che Trump è stato imposto ai grandi elettori del Partito Repubblicano sotto la spinta di quelle Lobby che ne fanno tutt’ora il proprio terminale affaristico e geopolitico.
Lobby che - diversamente da Krugman e dalle moltitudini “ignoranti la realtà strutturale del sistema sociale” come lui, - hanno ben chiaro il passaggio che si è verificato da un sistema sociale monodimensionale a traino politico ad un sistema sociale monodimensionale a traino economico e ne vogliono trarre il massimo vantaggio. Lobby che hanno ben chiaro come, secondo le regole del Mercato, vince chi ha il maggior numero di clienti.
Solo questa semplice osservazione può far capire dove origini oggettivamente la necessità vitale, immediata e irrimandabile per gli USA di bloccare il sorpasso economico della Cina (altrimenti entro 7-12 anni questo è stato pronosticato come inevitabile anche dagli analisti indipendenti) con tutti i mezzi possibili: eliminazione drastica dell’ipocrita idolatria liberista e apertura immediata alle guerre commerciali planetarie; ripudio degli accordi plurilaterali perché appartenenti ad un’epoca trascorsa (quella della Società liquida) e ridiscussione bilaterale degli stessi secondo i canoni predatori dell’attuale epoca della Società gassosa; rottura delle alleanze politiche e virata verso le minacce militari a fini utilitaristici. Ecco dunque il perché strutturale “automatico” del Tornado planetario in vista.
In definitiva, non attribuendo il tornado automatico [automatico per il solo fatto di venire ad esistenza per la struttura "a 1D" del sistema: un’esistenza palesemente squilibrata, se una delle tre dimensioni sociali inevitabilmente domina asserve e soffoca le altre due] all’attuale strutturazione unilaterale del sistema sociale quale “Società gassosa” a traino economico, lo stimato economista Krugman punta il dito sull’uomo Donald Trump come origine del presente tornado mondiale e non sull'oggettiva strutturazione “monodimensionale” del sistema sociale che origina quell’automatismo di cui l’uomo è solo l’elemento terminale “trascinato”. E perciò… conta ben poco.
Infatti non è che cambiando l’uomo alla guida degli USA si cambia l’automatismo strutturale sistemico sottostante “a 1D”! Questo cambiamento in meglio lo possiamo ottenere soltanto modificando l’attuale struttura del sistema sociale portandola da “1D” a “3D”. Lo abbiamo spesso e volentieri approfondito in questa rubrica: occorre passare dalla raccolta dimensionale "indifferenziata" del sociale (sistema a 1D) alla raccolta dimensionale "differenziata" del sociale (sistema a 3D).
Va osservato come Donald Trump sia solo un “medium” magari più entusiasta di un altro, ma per essere chiari e continuare nella metafora: tolto di mezzo un Trump se ne fa sùbito un altro. Ci sono già migliaia di evacuati sociali e senza casa come lui. E come lui, mossi dal tornado planetario proveniente dalla Società gassosa oggi definitivamente dominante negli USA, sono scalpitanti e pronti a prenderne il posto.
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