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Chi è causa del suo mal pianga se stesso


19/01/2025

di Andrea di Furia

Il tema orecchia il canto XIX dell’Inferno nella Divina Commedia di Dante: è una frase proverbiale che di solito si indirizza a chi ha voluto fortemente fare qualcosa che poi si è rivelato dannoso: e adesso piangi! Una versione più moderna è il detto prodiano: “hai voluto la bicicletta, adesso pedala!

A conti fatti, questa frase va indirizzata ai Signori del denaro e ai loro sponsor nei Parlamenti e nei Governi mondiali che hanno trasformato la dimensione Economia in una discarica di rifiuti speculativi (futures), finanziari (divinizzazione degli Azionisti), retributivi (forbice salariale), produttivi (cràpula neoliberista della crescita continua) e monetari (denaro sleale: che non scade come le merci che rappresenta).

Nella discarica economica antisociale moderna, come in ogni discarica che si rispetti, i vari rifiuti si contaminano reciprocamente e si degradano nel tempo.

Immaginiamo un comparto economico in cui la richiesta del prodotto sia diminuita dello 0,5%: a spanne, salvo iniziative particolari, se ‘tanto mi dà tanto’ il fatturato dovrebbe essere in linea (meno 0,5%). Se invece il fatturato, rispetto all’anno precedente, mi presenta un aumento record... ebbene, debbo aspettarmi iniziative particolari prese dai Produttori.

E’ il caso del comparto automobilistico che a fronte del calo dello 0,5% delle richieste presenta un fatturato record di 47 miliardi di euro (fonte Centro Studi Fleet&Mobility, Bollettino, Nuovo 7 gennaio 2025).

Con la presente malsana mentalità neoliberista ('rifiuto' economico-culturale) le Imprese sono obbligate a risultati crescenti anno dopo anno: quindi l’iniziativa classica, da decenni a questa parte, è quella di tagliare i costi (ridurre la produzione/rosicchiare utili dai salari) e aumentare i prezzi di listino.

Così però si entra in una fase di antieconomia di cui si sta sottovalutando - per ignoranza (Consumatori), per incoscienza (Manager legati al risultato) o per egoistico vantaggio (Azionisti) – la pericolosità antisociale cataclismatica in arrivo sul primo binario della contemporaneità.

L’antieconomia è data dal fatto che non si produce più per soddisfare un’esigenza dei Consumatori, ma per soddisfare un’esigenza del Mercato finanziario, divenuto il classico Vitello d’oro idolatrato.

E’ facile riconoscere che se un prodotto ha un prezzo di listino basso può soddisfare le esigenze di un numero di Consumatori amplissimo, rispetto ad un prezzo alto che è alla portata di pochi.

Se immaginiamo il Mercato sano come un essere umano, quel Mercato in fase di antieconomia si riduce sempre più.

Questa diminuzione non va però immaginata come un Vatusso che diventa un nano, ma come un malato di diabete che perde i pezzi: prima i piedi, poi le gambe e così via.

L’antieconomia è una malattia socialmente autoimmune.

Abbiamo già osservato nel comparto moda una politica simile di aumento costante dei prezzi, ma questa politica di ‘mutilazione del Mercato’ la possiamo ritrovare anche nel comparto auto (e in tanti altri).

Ad esempio, il segmento dei veicoli fino a 14.000 euro (il 7% = i piedi del Mercato) è letteralmente scomparso; il segmento fino a 20.000 euro (= le gambe) è sceso al 20%: quasi dimezzandosi.

Ma il fatturato record di 47 miliardi di euro? Presto capito: se prendiamo il prezzo medio di un’auto, prima del business farmaceutico del Covid era intorno ai 21.000 euro mentre adesso è intorno ai 30.000 euro (fonte Centro Studi Fleet&Mobility - Bollettino, Nuovo 7 gennaio 2025).

Se pensiamo al Mercato come all’arena in cui si relazionano domanda e offerta vediamo che la domanda, ad esempio degli under35 (fonte Areté), è forte ma per un prezzo di listino al di sotto dei 20.000 euro. Tuttavia, l’offerta dei produttori parte da 30.000 euro.

Un comportamento folle, apparentemente, perché si attribuisce l'esclusiva della ‘domanda’ al Consumatore e l'esclusiva dell’’offerta’ al produttore. Ma questo è un modo di vedere la cosa a metà, perciò sbagliato e fonte di conseguenze negative.

Se osserviamo, il Consumatore fa sì una ‘domanda’ di un veicolo a ruote, ma contemporaneamente fa anche una ‘offerta di denaro’: offre una cifra al di sotto dei 20.000 euro. E anche il produttore fa sì un'offerta di prodotto ma contemporaneamente fa anche una ‘domanda di denaro’: i famosi 30.000 euro.

Così un Mercato più ampio - che mezzo secolo fa vedeva ragazze e ragazzi under20 permettersi un’auto - oggi la fa sognare, mutilazione dopo mutilazione, perfino agli under35.

Quindi l’antieconomia sta nel fatto che i Produttori oggi non intraprendono più per soddisfare la domanda di prodotto del Consumatore, ma solo per soddisfare la propria malsana (neoliberistica) bramosa domanda di denaro.

(riproduzione riservata)