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Covid-19: il confronto con l'Australia ci vede (a sorpresa) largamente vincitori


06/06/2021

di Andrea di Furia

In questa emergenza sanitaria stiamo osservando delle incongruenze che meritano un approfondimento. Quella più difficilmente comprensibile la possiamo osservare comparando i dati dell’Italia con l'Australia, la cui popolazione di oltre 25 milioni è circa la metà della nostra. Ma andiamo per ordine.

Gli stacchetti televisivi dei nostri Virologi testimonial della Scienza, nella versione pubblicitaria governativa H24, dice che abbiamo ottenuto ottimi risultati grazie alle misure sanitarie prese ma soprattutto grazie alla vaccinazione spinta di oltre un terzo della popolazione (di cui il 21,4% già con la seconda dose, vale a dire 12.800.000 persone) su 60 milioni circa. 

E così sono andato a spulciare le statistiche italiane: fino ad ora (al 6-6-2021) sono 126.523 i morti, pari allo 0,2% della popolazione circa, i contagiati nelle ultime 24 ore sono 2.275, e gli ancora non guariti 192.272.

Dati che non mi suggerivano nulla di particolare, e così li ho voluti comparare con un’altra nazione, l’Australia. Mi aveva incuriosito un articolo che parlava della severità nelle misure anti-lockdown, parificate a quelle italiane. Pensate che nello stato di Victoria, in Australia è il secondo per numero di abitanti (7 milioni), è stata decisa l’estensione del lockdown per un’altra settimana a causa di un aumento dei casi positivi al coronavirus.

Meno del 2 per cento della popolazione nello Stato di Victoria si è finora vaccinato e mercoledì 2 giugno sono state identificate 6 persone positive, portando il numero complessivo del nuovo focolaio a 60. Secondo le autorità sanitarie i nuovi casi sono causati dalla variante B.1.167.1, ora chiamata “variante Kappa” dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.

Però, stranezze della vita, l'Australia presenta tutt’ora una vergognosa percentuale di vaccinati: pari all'irrisorio 2% della popolazione (140.000 persone, su 7 milioni). E la cosa aveva persino messo in imbarazzo il locale governo il quale, battendosi il petto, si era però impegnato a procedere quanto prima a una esemplare e riparatrice vaccinazione di massa.

Capperi! I soliti disastri dell'eresia no-vax, imaginavo tra me e me. Così sono andato a spulciare anche le statistiche dell’Australia ed è venuto fuori un quadro incomprensibile. Per lo meno per me, persona di media intelligenza:

  • Cominciamo con il numero dei contagiati nelle ultime 24 ore: 0 (sì è proprio zero!) contro i 2.275 della vaccinatissima Italia.
  • Ancora non guariti in Australia: 5.660 contro i 192.272 (sì leggete bene: 35 volte in più, il 3500% in più) della supervaccinata Italia
  • Vaccinati in doppia dose in Australia 565.000 contro i 12.800.000 della extravaccinata Italia
  • i decessi: in tutto 910 persone! Rammento che nel pari periodo, nell’Italia del ministro Speranza (di sicuro per i produttori dei vaccini), i decessi sono stati 126.523: circa 136 volte in più del Paese dei canguri.


Ricapitoliamo: un Paese che, secondo il verbo della Scienza televisiva vaccinica, sarebbe evidentemente contro il proprio popolo e dovrebbe rischiare un vergognoso genocidio da Covid-19 perché ha vaccinato solo il 2% di esso… ha registrato nei 18 mesi dall'inizio dell'emergenza epidemica l’anoressica tragedia di appena 910 decessi.

Invece un Paese come l’Italia, che vanta strepitosi record europei di vaccinazione (21,4 % già con seconda dose!) è stata devastata da ben 126.523 decessi per covid-19.

Se facciamo la media giornaliera degli ultimi 18 mesi, nel macabro confronto matematico Italia batte Australia 235 a neppure 2. La cosa fa riflettere. Che cosa può mai significare? Difficile dirlo.

Qui una visione complottista direbbe che forse i dati italiani sono non veritieri, forse truccati per motivi vari: incassare soldi facili dallo Stato, obbligare la popolazione a vaccinarsi, rendere più marketing oriented la malattia.

Un’alternativa negazionista potrebbe insinuare che forse è la soluzione vaccino il problema (21, 4% Italia contro il 2% Australia): studi scientifici inopportunamente segnalano che un vaccino non sperimentato per il tempo sufficiente può avere l’effetto di potenziare la malattia e creare varianti resistenti al vaccino più aggressive, più mortali.

Una visione dell’opposizione politica potrebbe forse ideologicamente osservare che le misure messe in atto dal Governo sono state frettolose e più dannose che efficaci.

Un’interpretazione più scomoda, perché clinica e non meno scientifica, potrebbe far notare che forse i protocolli medici consigliati dagli esperti del Governo sono stati complici dell’alto tasso di mortalità.

Magari qualche commentatore più antipatico potrebbe ritirare fuori le figuracce fatte con le case di riposo degli ultraottantenni (il target preferito dal virus) nel 2020: obbligati durante la prima ondata a convivere con i malati che non riuscivano a entrare nei pochi posti letto disponibili nei moderni ospedali-azienda sopravissuti agli energici tagli governativi.

Ma è difficile sostenere che sia andata proprio così. Perché? Perché il ministro Speranza ci rassicura, ogni volta che può dire la sua, e ci gratifica: siamo stati bravi, ogni euro speso ne fa ritornare 44 e le centinaia di milioni investiti per i vaccini (come le disgrazie e gli incidenti stradali) contribuiranno, come posta maggiore, all’aumento previsto di oltre il 4% del PIL.

Dopo tutte le informazioni ricevute intorno ai pericoli della pandemia, però, la domanda vera è: com’è possibile con un miserrimo 2% di vaccinati avere solo 910 morti e non milioni di morti?

Questo inizialmente è incomprensibile, specialmente se non lo vogliamo comprendere. Poi, però, ho avuto come una specie di illuminazione, che sottopongo alla vostra libera valutazione. Io ritengo che ciò sia dovuto a due possibili fattori:

  1. il primo è la probabile azione taumaturgica sottotraccia (stranamente non colta dalla Scienza dei nostri Virologi testimonial) degli sciamani aborigeni australiani che forse si sono detti: ecco un’occasione per far abbassare la cresta a questi Virologi che tutti i giorni con i loro consigli per gli acquisti ci martellano i cabbasisi;
  2. il secondo è la fortissima probabilità che il Cov-Sars-2 sia un virus con dna razzista: con spiccate antipatie insulari e spiccate simpatie continentali.

Comunque, è meglio non far lavorare i neuroni per capire cosa è vero e cosa no o qual è il vero obiettivo del Governo. Tanto l'ineffabile ministro Speranza (dei produttori di vaccini) a queste bazzecole non bada.

Sospendiamo perciò il giudizio e aspettiamo a vedere cosa succederà quando le percentuali di vaccinazione degli Australiani decuplicheranno per gli sforzi del governo e raggiungeranno almeno il 21%.

Si tolgano tuttavia dalla testa di raggiungere il record olimpico italiano. Anche Draghi è entusiasta di vaccinare il 100% della popolazione: vaccinazione da ripetersi ogni anno, dalla culla alla bara e, prevedibilmente, per più varianti.

In ogni caso, perché lamentarsi? Fa bene al PIL.

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