Elezioni nell'epoca della "raccolta indifferenziata del sociale"
Effetto incontrovertibile dell’inosservata strutturazione “a 1D” della Società gassosa di oggi
18/02/2018
di Andrea di Furia
Interessante vedere il punto di arrivo del “momento elettorale” ai nostri giorni. Per comprenderlo però dobbiamo retrocedere di circa 3 millenni, come suggeriva Goethe. Allora ci ritroveremmo in Grecia, ad Atene, quando quel “momento” era più legato alla dimensione culturale-etnica. Imitato da altre città, il sistema ateniese prevedeva che solo un limitato numero di cittadini adulti e di sesso maschile - dai 30.000 ai 50.000 su una popolazione di 250/300.000 - potesse proporre disegni di legge.
Rispetto all’uomo di oggi, a quel tempo eravamo un tutt’uno con la realtà sociale tribale: eravamo rappresentanti del gruppo etnico cui appartenevamo e il nostro livello identitario era caratterizzato più dall’appartenenza alla tribù che non [come avviene oggi] al singolo individuo. E in un primo tempo questa identità tribale culturale si vuole affermare sovrastando le altre (Guerre tra Atene, Sparta e Micene)
Poi, esattamente 9 secoli fa in Inghilterra, quel “momento elettorale” si lega decisamente alla dimensione politica attraverso le vicende della Magna Charta. Anche a quel tempo eravamo più un tutt’uno con la realtà feudale che non con noi stessi come singoli individui, ma soprattutto grazie ai commerci l’elemento individuale cominciava a diventare sempre più percepibile.
Due quindi sono le tendenze che nella storia della Gran Bretagna si possono cogliere con evidenza: da una parte i gruppi politici si vogliono affrancare dall’elemento culturale che imponeva l’autorità del Re per diritto divino (Guerre dei Baroni) e dalla sudditanza all’elemento religioso (antagonismo tra Elisabetta e Maria Stuarda); dall’altra l’elemento individuale comincia a imporsi sempre più (riscoperta dell’America e viaggi di esplorazione intorno al mondo). Ancora l’elemento gruppale prevale su quello individuale, che tuttavia prosegue la sua costante crescita.
Ma a partire da metà del XVIII secolo, con l’apparizione dei primi telai industriali circa 2,5 secoli fa, l’autocoscienza individuale comincia a sopravanzare quella di gruppo e quel “momento elettorale” si lega sempre più alla dimensione economica. Dunque, contemporaneamente all’emanciparsi definitivo della dimensione economica - che aveva esaurito il suo millenario periodo di apprendistato, sotto la tutela prima della dimensione culturale e poi della dimensione politica – si afferma con sempre maggiore potenza l’elemento individuale.
L’inizio (nel ‘700) e la fine (oggi) di questo periodo di circa due secoli si presenta con forti contrasti a tutti i livelli di indagine:
- dalla prevalenza dei gruppi politici siamo passati oggi alla prevalenza dei gruppi economici;
- dallo Stato come contenitore per la “raccolta indifferenziata” del sociale (politico, culturale ed economico) siamo passati oggi al Mercato come contenitore per la “raccolta indifferenziata” del sociale (economico, politico e culturale)
- dalla identità di gruppo, (etnico, politico, economico) nei Paesi più evoluti siamo passati definitivamente all’identità individuale
Questi contrasti di base si riflettono anche nelle vicende elettorali cui stiamo assistendo proprio ora qui da noi in Italia- Ma per capire l’andazzo [non per criticarlo, cosa della quale siamo capaci tutti, ma al fine di essere in grado di poterlo modificare] occorre osservare anche altro. Innanzitutto afferrare l’elemento essenziale delle tre dimensioni sociali: educazione/formazione per la Cultura, relazione tra individui nella Comunità per la Politica, interesse/utilità per l’Economia.
Nell’ultimo periodo, dal ‘700 in avanti, come si sono formati i Parlamenti attraverso il momento elettorale? La teoria mai concretizzata [Costituzioni illusorie varie] dice che Il Popolo è sovrano, ma la sua sovranità è sùbito limitata dalla necessità di introdurre i Rappresentanti del Popolo. I Rappresentanti del Popolo dovrebbero esserlo del Popolo ma in realtà lo sono del Partito di appartenenza.
E i primi Partiti che interessi difendevano? Erano i Partiti dei Monarchici, dei Repubblicani, dei Proprietari terrieri, dei Commercianti, dei Contadini ecc.: tutti in perfetto conflitto di interessi con la totalità del Popolo che dovrebbero rappresentare. Come chiedere a un carnivoro, una volta eletto, di rappresentare gli interessi dell’erbivoro che sarà la sua colazione giornaliera.
Ora, senza intrappolarci nelle astruserie depistanti tipo democrazia imperfetta et similia, va colto che più che la “relazione” politica importa l’“l’utilità”, l’interesse economico. Quindi dal ‘700 ad oggi ci siamo spostati sempre più dalla “relazione parlamentare” all’”interesse parlamentare”. Cosa resa evidente oggi dalla scelta del contenitore unico per la “raccolta indifferenziata” del sociale: non più lo Stato nazionale, bensì il Mercato globale.
A questo però si lega, contemporaneamente, una sempre maggiore autocoscienza dell’elemento individuale. Ecco allora spiegati i 500 parlamentari “voltagabbana” che nelle ultime legislature in Italia sono migrati in altri Partiti o formazioni pur di conservare la propria poltrona; ecco spiegati i rapporti lobbistico/affaristici in cui sempre più spesso vengono colti i nostri Parlamentari con le mani nel barattolo della marmellata; ecco spiegata la corruzione montante. Spiegata da questo binomio: interesse economico dominante e singola individualità sempre più autoreferenziale.
Ultimo sforzo per comprendere, è l’introduzione geniale di un concetto chiave, per capire il sociale fin nel suo elemento strutturale, da parte del mai ringraziato abbastanza Zygmunt Bauman. Questo sociologo ha parlato di “modernità liquida” per descrivere il sistema sociale moderno. Bauman rileva infatti che nella nostra modernità di oggi non esistono più punti fermi cui ancorarsi e persino i valori culturali più solidi si sono liquefatti.
Se pensiamo adesso al valore dell’onestà (culturale) e ai nostri Politici in Parlamento il concetto è chiaro, ma è chiaro anche se pensiamo al valore (giuridico) che assume il rispetto degli accordi e degli impegni presi nel caso degli stipendi non versati al fondo comune dai Parlamentari M5S. In più, oggi, il valore (economico) dell’interesse individuale prevarica gli altri due tipi di valori (politico e culturale).
Potremmo aggiungere, però, che la “modernità liquida” di Bauman se rimane uno slogan è una mezza verità. Diventa verità intera se invece che a un’indifferenziata Società umana viene applicata a caratterizzare “una sola” differenziazione della Società umana moderna: quella a predominio politico, non quelle a predominio culturale o economico.
Dunque possiamo definire Società liquida solo quella Società umana settecentesca/novecentesca in cui la dimensione politica è stata predominante e il suo contenitore per la “raccolta indifferenziata” del sociale è stato - storicamente, concretamente - lo Stato.
Ma una Società liquida presuppone una Società solida e una Società gassosa, rispettivamente come sua differenziazione antecedente e susseguente. Pertanto come Società solida possiamo definire quella Società umana medievale in cui la dimensione culturale fu predominante e il suo contenitore per la “raccolta indifferenziata” del sociale fu - storicamente, concretamente - la Chiesa. Mentre come Società gassosa possiamo definire quella Società umana attuale in cui la dimensione economica è predominante e il suo contenitore per la “raccolta indifferenziata” del sociale è - storicamente, concretamente - il Mercato.
Viviamo pertanto nella Società gassosa e ad ogni legislatura, con i vari punti programmatici illusori dei Partiti, cerchiamo di riciclare valori culturali medievali, relazioni politiche risorgimentali e interessi economici attuali traendoli da quel contenitore unico che sostanzialmente dalla Seconda guerra mondiale si è sostituito allo Stato nazionale: il Mercato globale.
E l’altro elemento? L’evoluzione dell’uomo da indistinto membro della Tribù a Singolo individuo? Cosa succede al Singolo individuo, ora che si è emancipato dal gruppo, nella Società gassosa?
Se fino ad ora abbiamo parlato di evoluzione autocosciente del singolo individuo, dobbiamo adesso parlare della sua involuzione, tesa a neutralizzarne l’identità acquisita, per due motivi:
- il primo è che la strutturazione “a 1D” del sistema sociale moderno non è cambiato nel passaggio dalla Società solida alla Società gassosa: è sempre rimasta a 1Dimensione sociale dominante le altre due, con la conseguenza che nel sistema sociale moderno non è ancora mai stata realizzata la “raccolta differenziata” delle iniziative (culturali, politiche ed economiche)
- il secondo e più importante è che se la “forma del sociale” – la strutturazione a 1D del sistema sociale attuale – non viene demolita [come avviene al seme della pianta quando lo si semina] la “vita del sociale” [la pianta nuova che nasce da seme dissolto dagli elementi della Natura] non può evolvere. Se rimane bloccata questa vita sociale, anche l’evoluzione del singolo individuo si blocca perché il sistema sociale le gioca contro, la ostacola e ne promuove il regresso.
Ecco perché si può già parlare della Società gassosa – quella a traino economico, e con il Mercato quale contenitore unico della “raccolta indifferenziata” del sociale (economico, politico e culturale – come promotrice della violenta e caotica involuzione sia del sistema sociale che del singolo individuo in atto.
Della prima involuzione - che ripercorre all’indietro, regressivamente ma con velocità crescente, il cammino percorso per l’emancipazione dalla Dimensione culturale di quella politica ed economica – si può già verificare nei fatti concreti che la tendenza in atto è quella per cui la Dimensione economica globale sta “inglobalizzando”, fagocitando in sé, quella politica (subordinazione dello Stato nazionale al Mercato globale) e quella economica (subordinazione della Scuola al Mercato).
Della seconda involuzione - che ripercorre all’indietro, regressivamente ma con velocità crescente, il cammino percorso per l’emancipazione del singolo individuo dall’indistinta coscienza tribale – si può già verificare nei fatti l’attacco all’elemento “individuale” per neutralizzarlo promosso da tre “must”, se ci riferiamo al triplice motto rivoluzionario, ottenuti dalla Società gassosa in neanche un secolo di vita:
- comparsa della Tecnoscienza che, ottundendolo, lega a sé lo sviluppo umano (contro-Liberté)
- legalizzazione del Lobbismo che asserve al Mercato la relazione giuridica umana (contro-Égalité)
- Tecnocapitalismo e aumento esponenziale delle disuaglianze sociali (contro-Fraternité)
Dotati di queste premesse possiamo affrontare, tratta da Lettera 43, una lettura non facile ma illuminante: L'epoca del neutro: verso una società senza resistenze né identità del filosofo Diego Fusaro, che pur se in maniera “indifferenziata” - caratteristica inevitabile nei pensatori moderni, causa il pensiero scientifico indebitamente applicato al sociale – coglie in pieno il risultato finale del triplice attacco all’individuo moderno. Ne evidenziamo alcuni brani a partire dal sottotitolo: Il tecnocapitalismo assoluto aspira a produrre un indistinto planetario, scevro di coscienze oppositive e di valori altri, in grado di porsi come la dimensione ideale per la creazione di un non libero mondo liberale.
Diego Fusaro: «L’economicizzazione del mondo della vita si fa planetaria, ponendosi ipso facto anche come economicizzazione integrale del pianeta e delle sue aree non ancora incluse nel modello unico. In ciò risiede l’essenza della “inglobalizzazione” come inclusione neutralizzante. Essa ingloba tutti i popoli nel modello unico planetario e, insieme, ne neutralizza le specificità culturali e storiche. Il neutro del mercato, del mondialismo, delle identità annullate corrisponde a un processo di neutralizzazione di quanto ancora non sia omogeneo all’inautentico indifferenziato su scala globale. La Neutralisierung evocata da Schmitt, ossia l’«aspirazione a una sfera neutrale», si compie nel quadro del capitalismo globalizzato e de-eticizzato: esso neutralizza i plurali e le differenze, affinché sopravviva la sola determinazione del medesimo, fintamente frammentato nella forma dei molteplici che riflettono sempre e solo lo stesso. (…) nella società dell’omologazione planetarizzata: dove la neutralizzazione delle differenze procede di conserva con il livellamento mercatistico e con la riduzione integrale dell’essente a puro fondo disponibile per le pratiche della produzione e del consumo. Nel nuovo ordine della reificazione globalizzato, ciascuno è gli altri e nessuno è se stesso. Di più, ciascuno diviene mero ente che è e non esiste, che ha prezzo e non valore, e che non ha più una sua identità specifica diversa rispetto al profilo anonimo del consumatore apolide neutro. (…) Il tecnocapitalismo assoluto opera la Neutralisierung, perché aspira a produrre un neutro universale, un indistinto planetario che, scevro di resistenze e di identità, di coscienze oppositive e di valori altri, si ponga come la dimensione ideale per l’allargamento illimitato della forma merce; e per la sua occupazione integrale del materiale e dell’immateriale».
Attribuire tuttavia questo risultato deleterio [in Italia pedissequamente in atto da almeno 7 decenni] al solo Tecnocapitalismo non fa cogliere però tutta la gravità dell’intero attacco, invero esplosivo, portato avanti contro il singolo individuo di oggi dal perdurare della Società gassosa al vertice del sistema sociale attuale, come si può evincere ancora dall’articolo su Lettera 43.
Diego Fusaro: «Le pluralità, le prospettive, le culture, le storie e le tradizioni vengono concretamente distrutte dalla mondializzazione gestita dalla Destra del Danaro (l’élite finanziaria) e demonizzate dalla stultifera navis della Sinistra del Costume (il nuovo clero degli oratores e dei pedagoghi del globalismo imperialista) come fisiologicamente premoderne, xenofobe, totalitarie e reazionarie. In loro luogo, sopravvive il neutro, l’impersonale (il “Si”, Man, di heideggeriana memoria), lo sradicato, l’astratto, lo destoricizzato, il desimbolizzato, l’ideale supporto per la ridefinizione integrale complessiva di ogni essente in termini mercatistici».
Nella Società gassosa, dunque, la neutralizzazione dell’individualità conquistata e l‘onnipotenza del Mercato è ciò che ci si prospetta indipendentemente dagli illusori punti programmatici dei Partititi e dall’accroccarsi sempre più funambolico delle varie loro improbabili Coalizioni.
Avendolo compreso, avendo compreso in termini "strutturali" le ragioni dell’involuzione sociale e umana in atto – ossia che la Società gassosa a traino economico caratterizza l’attuale e ultimo modello di sistema sociale a 1Dimensione dominante le altre due - per evitare l’esplosiva deriva dell’inglobalizzazione mercantile e della contemporanea disindividualizzazione del singolo occorre rompere l’avvitamento asociale agendo sulla forma del sistema sociale attuale, modificando la sua obsoleta struttura monodimensionale (a 1D).
In realtà come primo e assoluto compito più importante del sociale moderno va attuata la metamorfosi del seme (sistema sociale a 1D) nella pianta (sistema sociale a 3D) col cessare la “raccolta indifferenziata” del sociale (economico, politico e culturale) in un “unico contenitore” [oggi il Mercato globale].
Occorre cominciare ad attvare la “raccolta differenziata” del sociale moderno riconoscendo nella diversità funzionale delle tre dimensioni sociali (Economia, Politica e Cultura) la necessità di attivare tre specifici e appositi contenitori differenziati.
Invero i tre contenitori per la "raccolta differenziata" del sociale sono già a disposizione, ma sono stati usati singolarmente e in tempi diversi solo per la raccolta indifferenziata di tutto il sociale (culturale, politico ed economico). Devono invece essere utilizzati ognuno per la sua specifica dimensione: il Mercato per la sola dimensione economica (circolazione di merci e servizi sul Territorio), lo Stato per la sola dimensione politica (diritti e doveri nella Comunità), la Scuola per la sola dimensione culturale (educazione e sviluppo dei talenti e qualità nelle Persone).
Raccolta triplicemente differenziata che segna il passaggio dal seme alla pianta nel sociale moderno: dalla squilibrata e caotica Società gassosa monodimensionale all’equilibrata e sana Società tridimensionale dei tempi nuovi.
(riproduzione riservata)