Il “Maltempo dell’emergenza sociale”
16/05/2022
di Andrea di Furia
Viviamo in un’epoca in cui l’emergenza continua è la cifra di qualsiasi intervento nella compagine sociale, sintomo di un maltempo sociale foriero di alluvionali derive autoritarie e tempeste belliche. Se arricchiamo di concretezza il paralizzante concetto dell’emergenza continua con l’immagine sintesi relativa ci troviamo in pieno nel proverbiale detto: “Chiudere la stalla dopo che sono scappati i buoi”.
Dunque, quando il danno sociale è ormai stato fatto il risultato ragionevole prevedibile è quello dell’altro detto proverbiale: “Xe pèso el tacòn del buso”, ovvero che il rimedio è peggiore del danno, mentre l’istinto irrazionale-logico riesce addirittura a considerarlo comunque un successo, o a giustificare l’insuccesso con l’emergenza: che diventa un utile, comodo e buon alibi per tutto e il peggio di tutto.
Da questo “protocollo” antisociale non sfugge nessuno dei circa 200 Stati sovrani attualmente in essere sul Pianeta. Nessuno è escluso dall’emergenza economica, politica e culturale: tutti si sbracciano a tentare di risolvere le migliaia di problemi sociali cui vanno incontro recuperando ogni volta qualche bue, ma perdendo di vista la maggioranza degli altri e costantemente peggiorando il livello della vita sociale.
Muove tutti, nell’emergenza continua, l’istinto irrazionale inconscio, inavvertito, in veste logica. Un istinto che era sano e positivo alle origini (pensiamo alla Democrazia della Comunità dei cittadini ateniesi di 2.500 anni fa) ma che ora denuncia di essere arrivato in zona cesarini (pensiamo ad esempio nella pseudo-Democrazia partitica italiana o americana) e di essere ormai un malato terminale con pluripatologie sociali (populismo, sovranismo, elitismo).
Istinto che si colora di razionalità, ma senza avere un pensiero sociale che sia stato educato ad essere ragionevole (cosa diversa dall'essere razionale) e coerente con la realtà concreta.
Ovunque, si cerca di realizzare teorie sociologiche che si rivelano essere solo una risposta a istinti sociali (imperialismo, nazionalismo, autoritarismo) il cui impulso positivo è ormai esaurito da tempo o in via di esaurimento: come il partitismo democratico non più rappresentativo degli elettori ma di se stessi o degli organismi internazionali, oppure l’elitarismo oligarchico sempre più distaccato dalle masse, che guidano con sufficienza e fastidio attraverso protocolli sempre più paralizzanti la vita sociale.
Il tutto seguendo Teorie e anche “pratiche sociali" che – lo denunciano gli anoressici risultati ottenuti (quando ottenuti) - non sono più una risposta valida e adeguata alle richieste della ragione umana di inizio terzo millennio… che nel frattempo si è evoluta: la sola capace di farsi le giuste domande e di offrire le giuste risposte.
L’istinto sociale esaurito è qualcosa di molto avanzato, non è nulla di primitivo. Quello che ad esempio anima l’antisocialità attuale dei produttori di farmaci in genere (+ malati = + business) che si è ovviamente esaltata nell’emergenza sanitaria; o quello che muove i Signori delle armi la cui libidinosa bramosia sta godendo del prolungarsi dell’emergenza Ucraina.
Emergenze entrambe ironicamente visualizzabili nel Monello di Chaplin:
L’istinto sociale di fatto si è sviluppato in tutte le direzioni (culturali, politiche ed economiche) in ca. 7000 anni di tentativi ed errori, mano a mano che le tre dimensioni si sono emancipate l’una dall’altra. E si è “vestito” di un pensiero logico-sociale ora di livello post-universitario che è capace di dare risposta logica-astratta a tutte le domande fino ad ora poste dalle necessità sociali.
Qual è allora il suo problema? visto che qualsiasi risposta apparentemente logica (ad esempio, dare armi a un belligerante per fermare la guerra) si sta rivelando concretamente antisociale e controproducente?
Perché, credendo di dare “risposte logico-sociali”, i fatti reali ci dicono che diamo invece “risposte istintivo-antisociali” nella dimensione Economia, nella dimensione Politica e nella dimensione Cultura.
Due sono le ragioni fondamentali:
- da una parte dare risposta istintiva alle necessità sociali vuol dire dare risposte fondate sulle esperienze del passato, ma essere incapaci di dare risposta a tutto ciò che richiede l’evoluzione sociale futura; vuol dire essere capaci di pensare il sociale solo nel brevissimo termine ed essere incapaci di dare una visione del futuro positivo possibile se non alla “Blade runner”: come un passato medievale, solo reso diverso dai mirabolanti gadget tecnologici. Si vede solo il passato, e si pensa automaticamente come una sua brutta caricatura ad un futuro dominato dalle Élite su masse indifferenziate, abbrutite e da esse rese tali attraverso rigidi protocolli di controllo (green pass) attivati naturalmente “per il loro bene” e preferibilmente con il loro “consenso informato” dalla sempre più pervasiva e condizionante propaganda H24;
- dall’altra il problema sociale di base è che a causa dell’evoluzione dell’uomo, da circa due secoli… nel sociale tridimensionale sono cambiate tutte le domande! Domande che richiedono creatività rivolta al futuro (non al passato) e per le quali il pensiero sociale istintivo, anche con l’ausilio delle tecnologie informatiche, non è in grado di dare risposte sociali concrete fondate sul breve, medio lungo periodo.
E “Chi” faceva le domande? a cui l’istinto logico-sociale post-universitario delle Élite (fino ad ora) è stato sempre in grado di dare risposte? Le masse delle tribù, dei popoli, delle classi sociali che si affidavano all’Autorità indiscutibile in cui credere rappresentata via via dallo Sciamano, dal Re, dal Sacerdote, dallo Statista, dall’Economista e ora pure dall’allucinato Tecnoscienziato informatico-genetico che si nasconde dietro i vaccini di nuova concezione.
E adesso, invece, “Chi” fa le domande? È l’individuo autocosciente responsabile di sé che non vuole e ha sempre meno bisogno di autorità culturali, politiche o economiche che decidano dall’esterno il suo destino sociale. Individuo che quando chiede un lavoro, ad esempio, non lo chiede come lo chiedevano le masse dei servi della gleba all’inizio del Rinascimento o dei Proletari di fine ‘800; e quando chiede di risolvere la povertà non lo chiede come lo chiedono le masse questuanti o migranti, ma pone l’accento sul concetto stesso del denaro: cos’è, se viene usato correttamente (a favore di chi ecc.); e quando chiede il rispetto cristiano della dignità dell’individuo non lo chiede come lo chiedevano le masse medievali europee.
Dunque domande nuove, scomode e inaspettate, alle quali le Élite non sanno rispondere se non mediante l’istintiva eliminazione sistematica del fastidioso elemento individuale umano, in tutte e tre le dimensioni sociali, esercitando tutto il potere mediatico-propagandistico nella Scuola, tutto il potere burocratico-giuridico nello Stato e tutto il potere economico-finanziario fin qui accumulato nel Mercato.
Sempre più diventa evidente l’intolleranza crescente per l’Individuo pensante con la propria testa e non con quella specialistica delle Élite al potere: insopportabile per il pensiero unico dominante nelle Scuole di ogni ordine e grado (le eccezioni, che ci sono, confermano la ferrea regola); intollerabile per il pensiero unico nella Medicina, come si è visto nell’emergenza sanitaria in cui le molteplici cure alternative al vaccino da sperimentare a tutti i costi sociali sono state serendipicamente ignorate o brutalmente negate per giustificare l’emergenza e addirittura medici responsabili sono stati radiati da Ordini dei Medici burocratici che hanno perso il senso del loro esistere; inaccettabile per il pensiero unico ricercato nella politica statale; inammissibile per il pensiero unico dominante nell’economia antisociale devastante il Pianeta attuale.
Pensiero unico sociale adatto a dominare masse acefale eterodirette o branchi di uomini-animali guidati dall’istinto, troppo poco svegli per accorgersi di perdere l’iniziale coscienza autonoma della propria individualità responsabile: che non è un automatismo naturale, ma una conquista cosciente quotidiana cui il sistema sociale attuale (UNIdimensionale) è decisamente ostile.
Cogliere l’una espressione o l’altra di questo pensiero unico istintivo-irrazionale ma in veste logica (basta pensare al neoliberismo e ai suoi effetti concreti su Uomo e Pianeta) non basta a far passare tutti dall’irrazionalità istintiva alla ragione cosciente. Ce lo dice uno dei massimi Sociologi moderni: Zygmunt Bauman, nel suo Paura liquida: con la semplice critica, anche la più esaustiva, ci si ferma al primo gradino della Sociologia, che naufraga appena giunge a prendere l’Élite di turno con le mani nel sacco sociale.
Nell’attuale Società gassosa economica possiamo pensare a Marco D’Eramo che in Dominio - la guerra dei potenti contro i sudditi ci illustra in forma straordinariamente chiara e documentatissima la Guerra per il dominio appena conclusa con la vittoria strapotente delle Élite economiche dei miliardari USA… e getta gli altri nella disperazione sociale, sulle restanti masse perdenti (tutti gli altri che sopravvivono… rendendo possibile la vita alle Élite economiche stesse); a Shoshana Zuboff che ne Il Capitalismo della sorveglianza ci illustra in forma straordinariamente chiara e documentatissima il dominio del web da parte delle Élite tecnoscientifico-informatiche su Utenti ingenui, ignari di ciò a cui danno vita sognando il Metaverso o partecipando alla bacheca di Facebook&company.
Nel primo libro troviamo anche la ragione dell’incomprensibile fortissima volontà delle Élite USA di far durare il più possibile, meglio se all’infinito, l’emergenza in Ucraina inviando soldi e armi; nel secondo anche la ragione del perdurare all’infinito dell’emergenza sanitaria e della sperimentazione dei Vaccini geneticamente modificanti tramite RNA messaggero e capaci di “trascrittasi inversa”: vale a dire che modificano il DNA naturale in base a informazioni scelte dal produttore del vaccino.
Da Enciclopedia della Scienza e dalla Teconologia - Treccani: “Quando una cellula viene infettata da retrovirus, l’RNA viene copiato in una molecola di DNA a doppio filamento proprio grazie alla trascrittasi inversa presente nel virione che entra nella cellula infettata assieme all’RNA”.
Ma in nessuno dei due troviamo la possibilità di andare alla causa originaria dell’una e dell’altra emergenza: ossia di andare oltre la risposta istitivo-irrazionale delle Élite ai problemi sociali, risposta offerta in forma ferreamente logico-indiscutibile, ma che si rivela sempre più - e sempre più in fretta, perché i tempi della Società gassosa a predominio unidimensionale economico sono più veloci della Società liquida a predominio unidimensionale politico - come dannosa, disumana e antisociale.
Perciò, se non usciamo dal vicolo cieco dell’irrazionale istinto logico-sociale esaurito che vuol rispondere alla stagione dell’emergenza continua; se non passiamo dall’attuale raccolta indifferenziata del sociale economico, politico e culturale alla sua ragionevole e consapevole raccolta differenziata (Società umana calorica tridimensionale sinergica), in vista delle prevedibili antisociali risposte istintive, presenti e future, in arrivo sul primo binario della storia europea e mondiale, potremo parafrasare con ragionevole certezza la celebre frase di MarcoTullio Cicerone: Mala tempora “socialia” currunt.
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