In che senso il passato può aiutare la nostra Società, per il presente e per il futuro?
29/09/2024
di Andrea di Furia
Da quello che possiamo scorgere, se usiamo il pensiero scientifico che contraddistingue questo inizio di terzo millennio per cercare di capire dove stiamo andando a parare, rispetto ai grandi interrogativi sul nostro attuale sistema ‘sociale’ (in realtà antisociale), possiamo solo rispondere come già diceva agli inizi del ‘900 Oswald Spengler con il suo libro “Il tramonto dell’Occidente”.
Chi non conosce questa figura di scienziato (era pratico di almeno una dozzina di branche scientifiche) dovrebbe considerarlo molto interessante dal punto di vista del pensiero sociale, e magari confrontarlo con il libro di Francis Fukuyama “La fine della storia” uscito a fine ‘900.
In entrambi ci si trova di fronte ad un vicolo cieco: la nostra civiltà occidentale è alla sua fine, dicono, e non si vede che un futuro di crisi e disgrazie… se non interviene qualcosa di nuovo. Ottimi profeti, visto cosa è accaduto nell’ultimo secolo e sta accadendo agli inizi del nuovo.
Ecco, proprio l’ultima conclusione è importante per noi oggi perché ci pone di fronte alla domanda chiave, dal punto di vista del sociale economico, politico e culturale attuale: che cosa deve intervenire di ‘nuovo’ per rimettere in moto l’evoluzione occidentale?
Invece di attenderne mestamente la fine tra miserie e dolori, di cui si intravede già l’aggravamento rispetto ai già gravissimi avvenimenti attuali dovremmo esaminare cosa impedisce l’evoluzione:
- Il tipo di pensiero, troppo debole, che applichiamo al sociale
- L’incapacità di considerare l’evoluzione della Storia in relazione alla struttura del cosiddetto sistema sociale
- L’agire sociale in mano a Istituzioni esauste, ormai alla frutta: zombistituzioni, direi.
Sul primo punto a) le cose sono chiarissime visti i risultati anoressici, quando ci sono, e la continua produzione di situazioni emergenziali da cui nessuno è in grado di uscire (destre e sinistre nello Stato, Banche e Imprenditori nel Mercato) con il tipico pensiero scientifico attuale: ottimamente esercitato nei confronti della Natura che cade sotto i nostri sensi, diviene decisamente di tipo n’do coyo coyo quando lo applichiamo al sistema sociale (termine astratto che dovremmo sostituire, se vogliamo un cambiamento, con il termine concreto di Società umana: italiana, cinese americana, russa ecc.).
E’ un tipo di pensiero che bada al risultato (ad es. “C’è stata un’alluvione corriamo ai ripari”) senza però tener conto del contesto sociale tridimensionale complessivo: non solo economico (non ci sono i soldi), non solo politico (non ci porta voti), ma anche culturale (lo facciamo domani, con lo stesso significato di “domani si fa credito” che troviamo in certi negozi).
Sul secondo punto b) c’è l’ingenuo convincimento che la Storia della civiltà umana sia quella del giorno prima, del Governo prima, della generazione prima, del nostro Stato appena nato (76 anni la Repubblica Italiana). Mentre la si comprende solo se il quadro di riferimento si spinge indietro di diversi millenni: allora si vede una triplice ondata civilizzatrice che, proveniente da varie direzioni sul Pianeta, ha caratterizzato la nostra storia mondiale.
La prima possente ondata civilizzatrice proviene dall’Oriente (India, Cina, Persia) e si spinge verso Occidente (verso l’Europa/Africa prima, poi verso le Americhe) a partire da quelle originarie civiltà la cui saggezza aveva carattere religioso (divino-cosmico) e che dall’ultima glaciazione fino ad oggi si è via via esaurita negli ultimi secoli, tanto che ora non ha più la forza di impulsare un orientamento morale, un’ideale di verità e bontà nelle Persone così come nelle Comunità politiche e nei Territori economici.
La seconda possente ondata civilizzatrice si sviluppa prima dal Sud (Grecia e Roma antica) verso il Nord e poi ritorna dal Nord (con le invasioni dei popoli barbari che portano forze nuove) verso il Sud e ha un carattere eminentemente ‘artistico’ che sviluppa la Politica, l’Arte della Politica, che non bada più a ciò che è vero/falso ma solo a ciò che si fonda sull’elemento del diritto e che determina cosa è ‘giusto’ e cosa è ‘sbagliato’ per la Comunità: determinando il predominio del continente centrale europeo fino al momento in cui viene assalita dall’ultima ondata civilizzatrice, la terza.
La terza possente ondata civilizzatrice proviene da Ovest (Stati Uniti d’America) e si spinge verso Est (verso l’Europa/Africa prima, poi verso la Russia e la Cina). Si caratterizza per il suo essere eminentemente ‘economica’ e perciò per non considerare più ciò che è vero/falso o giusto/ingiusto, ma solo ciò che è ‘utile’ o che ‘non è utile’ sul Territorio-ambiente planetario.
Queste 3 ondate che si incrociano nello spazio e nel tempo caratterizzano ciascuna una struttura sistemica, come canta Gianni Morandi, ‘uguale e diversa’, nel senso della diversità sistemica ovvero:
la prima ondata origina una relazione tra le tre dimensioni sociali del sistema (Cultura, Politica, Economia) tale che la dimensione Culturale-religiosa ha il predominio sulle altre due, che rende sue ancelle obbedienti;
la seconda ondata origina una relazione tra le tre dimensioni sociali del sistema (Cultura, Politica, Economia) tale che la dimensione Politico-giuridica ha il predominio sulle altre due, che rende sue ancelle obbedienti;
la terza ondata origina una relazione tra le tre dimensioni sociali del sistema (Cultura, Politica, Economia) tale che la dimensione Economica-scientifica ha il predominio sulle altre due, che rende sue ancelle obbedienti.
Il risultato di ciascuna delle ondate è la produzione di istituzioni che diventano ben presto (‘presto’ secondo il tempo specifico di ogni dimensione sociale) superate e obsolete capaci solo di controllo autoritario per mantenersi in piedi.
Mentre nel senso dell’uguaglianza ‘strutturale’ tutte e tre le ondate civilizzatrici originano il medesimo sistema ‘UNIdimensionale parassitario’, in cui non c’è posto per un armonico vivere sociale, ma solo il susseguirsi di ‘conflitti’ intradimensionali per impadronirsi del potere: conflitti che poi determinano a cascata, anche senza quest’ordine di successione, altri innumerevoli conflitti tra Territori, tra Popoli/Comunità e tra le specifiche Elite rappresentative (Religiosi, Politici, Economisti) della propria dimensione sociale.
Sul terzo punto c) si sono formate via via istituzioni primarie (Chiesa, Stato, Mercato) e secondarie (ONU, NATO, FMI, OMS ecc.) che hanno preteso di governare le masse, e continuano a pretendere di farlo ora, senza considerare di essere sorpassate nel presente tempo evolutivo e persino usurate e inattuali nello spazio dimensionale che presiedono e dominano.
La caratteristica principale - messa ben in evidenza dai recenti eventi (Sperimentazione illecita durante il Covid-19 dei produttori di farmaci avallato dall’OMS/ escalation della Guerra in Europa avvallata dalla NATO) – è che queste Istituzioni (culturali, politiche ed economiche) si trasformano in Autorità dogmatiche assolutiste (come fossero Chiese dogmatiche) e impongono dall’esterno (a Persone, Comunità, e Ambiente) i propri ‘comandamenti’.
Quest’azione cogente dall’esterno, come avviene con i fatti della natura (es. alluvioni), paralizza l’evoluzione della civiltà in quanto opprime particolarmente l’ambito culturale e paralizza la creatività nelle Persone singole, togliendo loro la dignità.
Infatti, vigendo a livello mondiale l’attuale parassitismo UNIdimensionale a predominio economico, l’Essere umano deve essere ‘utile al macello-marketing di qualsiasi tipo di business’ (dei farmaci, dell’energia, del cibo, delle armi ecc.) e quindi deve perdere la propria ‘inutile dignità soggettiva’ per assumere l’utile ruolo di oggetto: com’è nei desideri dell’arrembante degenerazione autoritaria tecno-economica trash-umana (spazzatura-umana) del cosiddetto ‘transumanesimo alla WEF’ (World Economic Forum).
E qui siamo giunti a comprendere la vera origine degli attuali problemi sociali (sicurezza, sopravvivenza, precariato, lavoro-merce ecc.) e per poter risanare l’attuale Società umana ci occorre:
- a) una vita culturale che sappia irrobustire il debole pensiero scientifico-naturale (anch’esso stimolato dall’esterno attraverso ciò che cade sotto i nostri sensi) con l’integrazione di immagini-sintesi interiormente elaborate per rendere concreti, e non solo chiacchiera elettorale, i concetti sociali astratti di cui quotidianamente, con feroce accanimento propagandistico, veniamo nutriti.
- b) una struttura di sistema che sia davvero sociale, ossia una struttura di sistema ‘TRIdimensionale sinergica’: la sola non ‘UNIdimensionale parassitaria’ e neppure ‘BIdimensionale conflittuale’, che rendendo reciprocamente autonome ‘per specifica funzione’ Economia, Politica e Cultura permette la conservazione della dignità delle Persone, delle Comunità e dell’Ambiente.
- c) un Essere umano che, a partire da sé, senza intervento di poteri esterni sappia far nascere (grazie all’autonomia di chi fa Cultura da Politica e Mercato) nuove istituzioni capaci di impulsare una nuova vita, adatta all’inizio del terzo millennio, alla nostra civiltà occidentale.
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