Lacrime di coccodrillo partitiche e programmi inutili a gogò
Un (tafazziano) boomerang sociale continuo
24/04/2018
di Andrea di Furia
Tutti a lamentarsi dell’incapacità degli altri di agire nel sociale: le lamentele dei Partiti italiani alla ricerca del Governo perduto sono esemplari. Accusare gli altri, vedere la pagliuzza nell’occhio dell’altro ma non il tronco nel proprio è uno sport quanto mai popolare in quelle paludi antistoriche. E non solo.
Il vero problema condiviso, ma non osservato da nessuno, è il pensiero scientifico che caratterizza tutti e che si sintetizza nella frase “accordiamoci sui programmi”. Come se l’accordo su alcuni e pochi punti programmatici fossero la panacèa di ogni male sociale in Italia, nel Mondo.
Ma se il pensiero scientifico che studia i programmi, che poi si accorda sui punti programmatici e infine fa partire iniziative di Governo e Parlamento non è capace di comprendere la concreta realtà sociale… compie solo uno sforzo sterile per ottenere un fallimento celere. Non riesce a progettare programmi “sociali”, ma realizza solo programmi “antisociali” perché si limita alla mera quantità (che lo porta all’astrazione più aerea) e non considera la qualità (che lo porterebbe alla concretezza dei piedi per terra).
Pensiamo ad esempio a un’escursione in montagna: al pensiero scientifico non interessa la bellezza del panorama o la soddisfazione di chi la compie. A questo pensiero interessa solo quantificare lo sforzo, la velocità, i pesi, le misure e il risparmio di tempo.
Se si può giungere in un posto elevato per due differenti vie - una meno ripida e più lenta, l’altra attraverso una “ferrata” e più veloce - quel pensiero le descriverà entrambe attraverso i numeri: senza tener conto della diversa struttura portante (meno inclinata la prima, più inclinata la seconda) che è la realtà primaria che condiziona a priori ogni parametro riscontrato.
Anche il sistema sociale ha una struttura portante che è la realtà primaria oggi condizionante tutto ciò che si riscontra e che, senza minimamente osservarla (!), con questo pensiero scientifico si cerca di “manipolare, aggiustare, modificare” attraverso i programmi dei Partiti e le iniziative dei Privati.
Ci comportiamo come un Sarto che si inventa e fa un bellissimo vestito astraendosi dalla realtà, ossia senza prendere prima coscienza delle misure del cliente. Anche in questo caso senza tener conto della struttura portante concreta,il Sarto fa un meraviglioso abito scollato da sera prima di rendersi conto che il suo cliente è un bambino, per di più un maschietto. Erano dunque tutt’altre le misure da prendere e le forme da realizzare.
Poi ci si meraviglia, ad esempio, che la Scuola produce bullismo e non educazione e conoscenza. Poi ci si meraviglia che i Partiti pensino più agli affari loro che agli Italiani. Poi ci si meraviglia che sia in via di estinzione la classe media. E ci si meraviglia dell’invasività della tecnologia, della mancanza del lavoro, dell’indebitamento pubblico e così via, così via, così via. La meraviglia del non vedente che calpesta le deiezioni dei cani sul marciapiede.
Ci si dovrebbe meravigliare invece di continuare ad utilizzare un pensiero scientifico che nonostante gli strumenti informatici sempre più perfezionati non è comunque all’altezza del sociale moderno, che fa continui voli pindarici credendo di essere pratico, che astrae dalla realtà così tanto da essere giunto a realizzare il benessere di pochi privilegiati attraverso “programmi” pensati e studiati per il benessere di tutti. Effetto boomerang, quest’ultimo, di cui abbiamo più volte parlato in relazione alla legge, anch’essa inosservata, di Gravità sociale.
Se pensiamo che il Pianeta intero è stato messo stupidamente nelle mani di pochi azionisti bancari, mentre dovrebbe essere messo a disposizione di tutti gli abitanti della Terra, dovrebbe essere lecito chiedersi: “Come mai si è giunti a questa vetta di antisocialità legalizzata?”.
Il pensiero scientifico (indebitamente) applicato al sociale ha decretato che promuovendo la ricchezza di pochi privilegiati le briciole cadute dal loro tavolo imbandito sarebbero state più copiose di quelle dei secoli passati. Come sempre un approccio “quantitativo”. E di fatti è vero. Ma qualitativamente?
Qualitativamente questo ha comportato la riduzione in schiavitù di tutti gli abitanti del Pianeta: anche di quel 20% della popolazione mondiale che sta consumando l’80% delle risorse della Terra.
La struttura portante del sistema sociale che ha privilegiato questo disumano stato “quantitativo” di cose è molto chiara: monodimensionale.
Una struttura che privilegia il passato e che occulta il futuro, che tende all’involuzione ed è contro l’evoluzione, che abolisce e calpesta via via la libertà culturale, l’uguaglianza giuridica e la fraternità economica.
Una struttura che impone obbligatoriamente il dominio di una dimensione sociale (ad es. l’Economia) con il suo contenitore specifico (il Mercato) sulle altre due (Politica e Cultura) e i loro contenitori specifici (Stato e Scuola).
La malsana realtà sociale attuale può comprendersi ed essere modificata in senso sano solo se si aggiunge al pensiero scientifico concettuale l’immagine-sintesi adeguata al fine di uscire finalmente dall’indifferenziato approccio astratto solito e renderlo socialmente concreto.
Grazie a questo potenziamento del pensiero sociale, ora scientifico-artistico, siamo in grado di distinguere in un colpo d’occhio questa unilateralità sociale malsana che ci perseguita sempre nelle sue tre varianti storiche: un sistema sociale “solido” a predominio culturale (nel Medio Evo); un sistema sociale “liquido” a predominio politico (dalla Rivoluzione francese); un sistema sociale “gassoso” a predominio economico (dal 1971, dalla fine del sistema monetario americano basato sul “gold standard”).
Già solo questa immediata sintesi qualitativa ci dice che i programmi, anche fossero gli stessi, nelle tre strutture monodimensionali del sistema odierno hanno una diversa riuscita qualitativa: solida, liquida e gassosa. E non ci meraviglieremmo più, ad esempio, dell’aumento di frequenza dei fallimenti, della corruzione, degli accadimenti geopolitici, delle iniziative antisociali e disumane perché attualmente siamo a cavallo del passaggio definitivo dalla Società liquida a predominio politico alla Società gassosa a predominio economico.
Continuando infatti a permanere in questa strutturazione gassosa del sistema sociale monodimensionale malsano tutte le contraddizioni entrano in fase “esplosiva”: più veloce, più distruttiva.
Di qui il tratto è breve a comprendere che si deve incidere sulla struttura portante del sistema – che dunque si deve prioritariamente modificare la monodimensione sociale in tridimensione sociale - e non sui programmi che sono destinati a ottenere inevitabilmente, per la legge di Gravità sociale, il contrario di ciò che ci si aspetta.
Serve strutturare tridimensionalmente il sistema sociale moderno: eliminare la possibilità del predominio monodimensionale dando pari dignità e poteri [nel proprio ambito specifico] a tutte e tre le dimensioni sociali (Economia, Politica, Cultura); dando ad ognuna delle tre il proprio contenitore specifico (Mercato, Stato, Scuola); qualificando funzionalmente le iniziative specifiche: circolazione merci e servizi sul Territorio (Economia-Mercato), diritti e doveri della Comunità (Politica-Stato), sviluppo talenti e qualità delle Persone (Cultura-Scuola).
Solo il pensiero sociale tridimensionale - quello scientifico+artistico, in cui il concetto astratto è arricchito dall’immagine-sintesi concreta - può modificare positivamente ed evolutivamente la struttura portante del sistema sociale portandolo da “1D” a “3D”.
Parafrasando Einstein, pensare di poter cambiare il mondo con lo stesso pensiero astratto (solo scientifico) che l’ha reso tale è un’assurdità, serve un pensiero diverso (scientifico+artistico) che abbia la forza di considerare la struttura portante sociale e di vedere nella sua modifica strutturale tridimensionale la soluzione concreta prioritaria da attivare urgentemente. Di fatto, solo la Società tridimensionale oggi può riaprire all’uomo e alla Società lo sguardo sul proprio futuro.
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