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Le nostre banche in Europa? Le migliori

Facendo riferimento agli istituti esteri ce ne possiamo rendere conto


06/05/2019

di Mario Pinzi


Il sistema bancario tedesco è sull’orlo del fallimento e i disastri dell’imperialismo incominciano a prendere forma. 
Se venisse attuata un’indagine di massa, sono certo che la maggioranza degli italiani affermerebbe che le vere malate del sistema bancario europeo sono le nostre banche e questa convinzione, cari lettori, nasce per la falsa propaganda divulgata da alcuni economisti venduti che, attraverso l’aiuto della vigilanza europea, ci hanno convinto che i banchieri italiani sono degli incompetenti. 
La realtà è molto diversa. 
Nonostante la rigidità economica europea, che ha costretto i nostri istituti bancari a svendere di corsa i prestiti in sofferenza, dove centinaia di imprenditori si sono suicidati, vi posso assicurare che nella quotazione borsistica una nostra banca come “Intesa-Sanpaolo” vale molto di più di Deutsche e Commerzbank dove una parte del loro capitale è posseduto anche dal ministero delle Finanze tedesco. 
La cosa che sorprende maggiormente è che i nostri polititi non si sono accorti che la Merkel ci sta prendendo per i fondelli, e che i due colossi del credito tedesco che finanziano il 90% dell’industria manifatturiera teutonica sono sull’orlo del fallimento. 
Come ho già scritto, Bruxelles ci ha proibito di risolvere alcuni problemi finanziari attraverso il fondo bancario, nato per salvare i truffati del bail in, e se questa assurda imposizione, che è stata giudicata sbagliata anche dal tribunale europeo, non è una truffa, suggeritemi voi un altro termine più appropriato. 
L’asse franco-tedesco affonderà come è affondato il Titanic e suggerisco al mio Paese di osservare il suo disastro a bordo di una scialuppa di salvataggio. 
Vi ricordo che la Germania è rifiorita perché il marco valeva più dell’euro, ma nonostante questo vantaggio, nel timore della disoccupazione, ha imposto alle sue banche di fornire il credito a tassi aumentati anche alle imprese che non lo meritavano come ha fatto con lo Stato greco. 
Una domanda che ci dobbiamo porre è la seguente: con il vantaggio che l’euro gli ha fornito, come fanno ad essere sull’orlo del fallimento? 
La classe politica è simile da tutte le parti, ma loro superano la media. 
Per essere rieletti ubbidiscono a chi li finanzia e spingono gli istituti di credito a uscire dalle regole del buon senso. 
Proprio per questo motivo, le loro banche cercano di correre ai ripari investono i risparmi dei correntisti in azioni finanziarie estremamente pericolose come è avvenuto con i derivati tossici. 
Cerchiamo di essere onesti, tutti gli istituti di credito, nessuno escluso, sono stati viziati dai facili guadagni della finanza speculativa, e proprio per questo motivo hanno perso le capacità di prestare il denaro all’economia reale. 
Ma questa verità, cari lettori, mette in evidenza che questo sistema non funziona e noi dobbiamo essere i primi ad innescare il cambiamento.  
L’Unioncamere misura il tasso di imprenditorialità del nostro Paese attraverso le iscrizione e le cessazioni che vengono effettuate nel registro delle Camere di commercio. 
Nei primi tre mesi dell’anno il bilancio tra aperture e chiusure ha segnato un calo di 21,659 aziende, e le cessazioni sono arrivate a 136.069 contro le 128.628 del 2018. 
In sostanza, in Italia chiudono 240 aziende al giorno. 
Ogni 24 ore 1.511 imprese si cancellano dal registro della Camera di commercio, e questa è una conferma della malattia europea che ci sta annientando. 
Se non usciamo da questa Europa, sarà difficile invertire la tendenza negativa. 
Se nel nostro Paese non verrà eletto un leader che abbia pieni poteri per attuare il cambiamento, il nostro futuro sarà molto triste. 
La riforma fiscale dovrebbe avere la priorità, ma per attuarla vanno cambiare le regole europee. L’assenza di potere crea incertezza, e il risparmio della paura aumenta. 
Se le elezioni europee saranno vinte da Salvini, si rafforzerà la certezza di una vera uscita dalla recessione, e gli investimenti inizieranno a decollare.  
La crescita degli ordini del manifatturiero aumenteranno sensibilmente e le esportazioni diventeranno esplosive. 
Cari italiani dalla memoria corta, smettiamo di vergognarci del nostro Paese e cerchiamo una giusta vittoria elettorale. 
E’ abbastanza logico pensare che l’asse franco-tedesco, essendo in difficoltà, come dimostrano i sondaggi, cerchi di recuperare consensi obbligando le fonti ufficiali, incluso l’Istat, di affermare che l’Italia è fuori dalla recessione. 
Se vi ricordate, poco tempo fa eravamo in uno stato comatoso e ora andiamo a gonfie vele. 
Come si spiega questo avvicendarsi di cose negative e positive? 
La certezza che emerge è una sola, hanno paura di perdere le elezioni e ci stanno prendendo per i fondelli.
Cari lettori, se non avremo una vittoria elettorale piena, il nostro Paese è destinato al fallimento e la colpa sarà solo nostra…      

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