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Riparte il nucleare in Italia

Si punterà sui piccoli impianti nucleari da istallare anche nelle imprese e verrà investito più di un miliardo per sostenere le imprese del settore


14/10/2024

di Stefano Storti


Entro la fine dell’anno il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin presenterà una bozza di legge delega destinata a consentire la produzione di energia nucleare.
Fino a novembre abbiamo consumato 290.656 GWh (giga Watt Ora), con una media mensile di circa 26,500 GWh, e alla luce di questa rivelazione è possibile affermare che il nostro Paese in un anno chiuderà con circa 320.000 GWh di energia elettrica consumata.
La posta in gioco è molto alta, a cominciare dalle risorse finanziarie, perché secondo il titolare dell’Ambiente, il nucleare dovrebbe portare risparmi pari a 17miliardi di euro che se verranno investiti nella riduzione fiscale, otterremo un aumento del Pin è una riduzione del debito nazionale, in modo considerevole.
Sembra che entro la fine di ottobre siano attesi i risultati del lavoro della piattaforma per il nucleare sostenibile.
La commissione del ministero che raccoglie aziende, università, istituti di ricerca e associazioni di categoria, dove dal loro giudizio il governo prenderà le iniziative di come muoversi per non perdere ulteriore tempo, sono fondamentali.
Quello che emerge dalla volontà del governo è il desiderio di indirizzarsi verso delle tecnologie che non hanno nulla a che fare con il passato e sembra che voglia puntare sui piccoli reattori modulari (Smr) da installare anche nelle imprese che si propongono di ospitarli.
L’energia nucleare è tornata d’attualità dopo che la Commissione europea ha proposto di inserirla nella tassonomia degli investimenti sostenibili.
L’aumento del prezzo del gas impone di cercare una nuova fonte e se consideriamo che mezzo mondo è in guerra, abbiamo l’obbligo di puntare all’indipendenza energetica senza ripensamenti.
Nei 14 Paesi dell’Unione in cui sono presenti centrali nucleari censite da Eurostat, la quota percentuale di energia ottenuta dall’atomo ha raggiunto il 34,3%.
La percentuale più elevata deriva dalla Francia, dove nel 2020 la quota di produzione generata attraverso la fissione ha raggiunto il 66,6% e segue Slovacchia con 53,4% e Ucraina con 51,4%.
Secondo Eurostat, nei tredici Paesi dell’Unione i reattori attivi sono 109 e hanno prodotto energia nucleare per un quarto delle necessita europea.
Purtroppo l’Italia, con la chiusura al nucleare ha sprecato una montagna di risorse e ora deve affrettarsi a recuperare il tempo perduto e se non vuole restare con il cerino in mano, dovrà investire molto di più del miliardo già programmato….

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