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Spunti socialmente interessanti

Sappiamo osservare bene il sistema sociale attuale ma, in concreto, non lo capiamo


15/07/2018

di Andrea di Furia

La tragedia di questo inizio di terzo millennio non è tanto lo stizzoso Donald Trump lasciato libero di girovagare per il mondo a piazzare le proprie strategie da immobiliarista, né da noi in Europa l’aver dato le redini dell’Unione a un branco di striscianti Burolobbisti senza la minima concretezza sociale.

La tragedia è soprattutto la dilagante incapacità di comprendere la realtà sociale in base a quello che quotidianamente si osserva: persino quando lo si osserva bene come fa Curzio Maltese.

Nel suo Quando il sovranismo era di sinistra sulle colonne del Venerdì di Repubblica di questa settimana, la sua ottima capacità di osservazione si esprime al meglio ma vede solo la punta dell’iceberg, latita purtroppo la comprensione del fenomeno reale sottostante. Come tutti gli attuali commentatori del sociale moderno sa fotografare la realtà sociale, ma non la comprende davvero… così come una fotografia non comprende la dinamica della realtà che fissa.

In particolare, oggi tutti usano quel pensiero scientifico che si sostanzia nel rapporto di causa-effetto. Tuttavia, paradossalmente, nel sociale confondono i due termini: li scambiano.

Per cui, vedremo, la soluzione proposta non coglie la concreta causa sottostante e in questo modo si dà adito ad altri di proporre la propria soluzione che, come la prima, pecca della stessa incongruenza. Se il sistema sociale fosse identico alla Natura – ma non lo è – sarebbe facile capire cosa intendo.

Pensiamo per esempio ad un piccolo torrente americano che a un certo punto del suo corso viene bloccato da uno sbarramento costruito dai castori, tanto che l’acqua viene deviata in un altro alveo e il vecchio percorso a sud dello sbarramento ne diventa completamente privo.

A sud dello sbarramento adesso tutti (ognuno relativamente ai suoi 10 km di competenza) si accorgono che manca l’acqua. Bene. Ora immaginate che costoro scambino questo effetto (la mancanza di acqua) con la vera causa (lo sbarramento costruito dai castori) e invece di andare a smantellare lo sbarramento dei castori comincino a suggerire la loro soluzione migliore per ovviare all’effetto (la mancanza di acqua).

Alcuni esempi:

  1. Scaviamo un nuovo pozzo più in profondità sul letto asciutto del torrente (si fa l’appalto)
  2. Portiamo l’acqua da dove ancora c’è con un sistema di tubi fino a qui (si litiga sul tragitto)
  3. Carichiamo 1000 cisterne di acqua e riversiamola qui (chi dice ogni mese, chi ogni anno ecc.)
  4. Impiantiamo una fabbrica di acqua in bottiglia (così aumentano i posti di lavoro e il PIL)
  5. Piantiamo una foresta di cactus che assorbono l’acqua dall’atmosfera (i migranti come opportunità)
  6. Eccetera, eccetera, eccetera

Immaginate altre migliaia e migliaia di soluzioni volte a eliminare o mitigare l’effetto negativo - tutte plausibili, qualcuna molto più intelligente delle altre, ma nessuna efficace rispetto alla causa originaria – e provate a sentire il vostro sconcerto nel vedere che nessuno di loro si è accorto che il problema reale è “strutturale”: lo sbarramento dei castori a Nord.

L’aggravante a inizio terzo millennio è proprio questa: nel nostro sistema sociale moderno non ci si è ancora accorti di questo sbarramento dei castori che è la sua “strutturazione unidimensionale”. Aggravante che perdura da oltre due secoli: dalla Rivoluzione francese.

Quindi non deve meravigliare che non solo nei politici e negli statisti moderni, ma anche nei commentatori (economici, politici e culturali) più qualificati, rispettati e seguiti questo strano fenomeno di cecità “strutturale sociale” si riproduca invariabilmente anno dopo suscitando solo disorientate lamentazioni generiche.

Cosa ha comportato nel mondo moderno, dal punto di vista sociale, la strutturazione “unidimensionale” del sistema? Che per quasi due secoli (1789-1971) la dimensione politica ha dominato il sistema esercitando la sua esclusiva sovranità sulle altre due dimensioni sociali (Economia e Cultura). È questa la Società liquida di Bauman, nella quale lo Stato assurge a contenitore sistemico unico per la “raccolta indifferenziata” di tutto ciò che è politico, economico e culturale.

Nel Mondo, tuttavia, a partire dal 1971 - in concomitanza con l’uscita anche degli USA dal sistema monetario basato sul Gold standard e con la contemporanea celebrazione dell’Era tecnotronicoinformatica, soppiantatrice di quella ideologica statale - la Società da liquida è diventata gassosa, a predominio economico, e ora il ruolo dello Stato se lo accaparra il Mercato.

In Italia questo fenomeno si evidenzia bene 10 anni dopo, nel 1981, quando la Banca d’Italia viene separata dal Ministero dell’Economia e qui sono i Ciampi, gli Andreatta, gli Amato, i Monti e i Draghi che riescono ad avvicendare lo Stato con il Mercato

Dal punto di vista strutturale sistemico che domini la Politica o che domini l’Economia nulla cambia: il sistema resta sempre malsano e unilaterale. Quello che cambia è la qualità antisociale dell’automatismo che si produce senza che l’uomo possa intervenire in proposito.

Nella nostra metafora l’unidimensionalità è lo sbarramento e l’automatismo sono i castori. Non afferrare questo rischia di confondere anche la collocazione di certe cose che si osservano, perdendo così il contatto con la realtà concreta. Vediamone un esempio fresco di settimanale (Venerdì).

 


Curzio Maltese: «L’idea che il sovranismo sia uguale al nazionalismo è un altro regalo della sinistra alla destra. Nel discorso pubblico improntato al presente perpetuo di Twitter probabilmente non serve ricordarlo, ma la sinistra italiana ha espresso per decenni un sovranismo, come lo si chiamerebbe oggi, [= la difesa della sovranità nazionale] fondato sui valori democratici della Costituzione e opposto a una costruzione oligarchica dell’Europa. Nel 1978 il Pci berlingueriano si oppose con forza all’ingresso immediato nello Sme, padre dell’euro, per molte buone ragioni. La principale, sostenuta con fierezza da Giorgio Napolitano nella vita precedente, era che partire dall’unione monetaria e non dall’unione politica comportava una scelta antipopolare e oligarchica, un’Europa di “finanzieri e burocrati” di segno liberista che avrebbe allargato le differenze tra Stati ricchi e Stati poveri, minacciato le politiche sociali e ridotto i diritti dei lavoratori al minimo».

Vero, ma il Pci berlingueriano si è potuto esprimere in quei termini (dal dopoguerra a fine anni ‘70) perché si era ancora nella Società liquida a predominio politico. Dal momento in cui (1981) la Società gassosa a traino economico ha sostituito quella liquida tutto cambia: automaticamente il mondo ideologico e comunitario di prima si rovescia improvvisamente in senso utilitaristico e personalistico: lobbistico e antipopolare.

Ed è questo automatismo inosservato, questo rifacimento “del trucco strutturale” del sistema, questo passaggio qualitativo dal predominio unilaterale della dimensione politica al predominio unilaterale della dimensione economica ciò che manifesta l’antisocialità malsana del sistema sociale unidimensionale attuale. Automatismo incontrollabile dall’uomo, che deve “inevitabilmente” cedere e adeguarsi senza nessuna possibilità concreta di autonomia cosciente.

Ce lo dimostra esemplarmente il voltafaccia di Giorgio Napolitano, altrimenti inspiegabile, argutamente richiamato da Maltese: nella sua vita precedente (nella Società liquida prima del 1981) difensore della sovranità nazionale dalle pretese degli esecrati “finanzieri e burocrati”; nella sua vita successiva (nella Società gassosa dopo il 1981) entusiasta piazzista presidenziale della sovranità nazionale nelle mani di quegli stessi esecrati “finanzieri e burocrati”. E con lui tutto il Pci poi Pds, rimodellato da questo automatismo, viene via via “ristrutturato” a propria immagine e somiglianza: questo il nostro commentatore lo fotografa benissimo.

Curzio Maltese: «Negli anni di Maastricht, ’92-’94, il Pds si converte all’unione monetaria, in nome di responsabilità, affidabilità, eccetera, ma ancora con tanti paletti. (…) Poi vince la Terza via e allora la Sinistra è per l‘Europa liberista senza se e senza ma, pazienza per gli eurobond, la solidarietà, gli eletti che contano assai meno degli euroburocrati e Bruxelles che detta le politiche economiche mettendo in comune soltanto l’1% del Pil per i trasferimenti interni contro il 29% degli USA».

Fotografia impeccabile da premio Pulitzer. E tuttavia capace solo di suscitare interrogativi senza risposta: “Come è stato possibile? Qual è la causa di questo voltafaccia ideologico nella Terza via? Perché questo triplo salto mortale carpiato all’indietro con doppio avvitamento a destra di Napolitano&company?”.

Le risposte a queste domande saltano fuori solo quando si nota che il sistema sociale italiano ha mutato volto “strutturale” a partire dal 1981: da liquido è diventato gassoso; da unilaterale malsano a traino politico è diventato unilaterale malsano a traino economico; da statale inquinato e corrotto è diventato mercantile corrotto ed esplosivo.

Questi però (e assurdamente non lo si nota) sono soltanto gli effetti del cambiamento, ma la causa? La causa originaria è l’unilateralità dimensionale del sistema che produce l’automatismo inarrestabile: oggi economico-finanziario-speculativo. Automatismo che può essere corretto soltanto e unicamente “dal punto di vista strutturale sistemico”: azzerando l’unidimensionalità malsana, rendendo tridimensionale e perciò sano il sistema sociale.

Non avendo capito tutt’ora la realtà strutturale sociale; non afferrando che tutta la nostra capacità di incidere il sistema è solo un sogno a occhi aperti che tende all’incubo; non percependo con gli occhi della mente che ci siamo messi mani e piedi nelle grinfie di un automatismo del tipo input-output, azione-reazione che prescinde ed è incontrollabile dall’uomo moderno che lo subisce impotente – esattamente come subisce impotente in natura uno tsunami inarrestabile (che però con i suoi occhi l’uomo vede benissimo!) - non resta che registrarne malinconicamente i “notevoli” risultati ottenuti.

Curzio Maltese: «In attesa delle magnifiche sorti e progressive dell’Unione, in Italia abbiamo perso un quarto dell’apparato produttivo in vent’anni e siamo diventati da euroentusiasti a euroscettici, chissà perché».

D’altra parte, vuoi che Curzio Maltese (ma non solo) non azzardi anche lui una soluzione condivisibile e intelligente sul tipo di quella dei volenterosi di cui abbiamo dato un esempio prima? Rammentate chi voleva portare con 1000 cisterne mensili o annuali l’acqua da riversare nel torrente americano a Sud dello sbarramento dei castori, senza rendersi conto che era quello sbarramento a Nord la causa reale della mancanza d’acqua? O una delle altre soluzioni più o meno intelligenti che lasciavano comunque indisturbati i castori?

Curzio Maltese: «Bisognerebbe azzerare Maastricht e ricominciare da capo, ma chi lo dice?».

Ma non è così. Anche questa è una soluzione inefficace perché non tiene conto della realtà sociale concreta: della sua squilibrata e antisociale strutturazione unidimensionale. Dobbiamo piuttosto puntare a togliere questo sbarramento dei castori a Nord e non fare qualsiasi cosa ci venga in mente a Sud di esso.

Parafrasando Maltese, “Bisognerebbe azzerare la strutturazione unidimensionale del sistema sociale attuale e ricominciare da capo, ma chi lo dice?”

In realtà bisognerebbe rendere tridimensionale la struttura del sistema sociale ossia passare dalla Società gassosa unidimensionale squilibrata a traino economico alla Società tridimensionale in cui le tre dimensioni sociali sono reciprocamente autonome e si equilibrano tra loro in modo sinergico come tre Stati in una Federazione: con tutto ciò che ne consegue di socialmente sano per tutti noi.

 

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