The Game: "il risultato di una insurrezione mentale"
L'attualità del sociale nel nuovo libro di Baricco
14/01/2019
di Andrea Di Furia
Alessandro Baricco mi piace sia quando affabula nelle sue lezioni, sia quando scrive. Quando fa entrambe le cose non me lo lascio certo scappare. Perciò, appena uscito il suo ultimo libro The game, mi sono precipitato in libreria e già la quarta di copertina non ha deluso le mie attese.
Alessandro Baricco: «Quella che stiamo vivendo non è solo una rivoluzione tecnologica fatta di nuovi oggetti, ma il risultato di un’insurrezione mentale. Chi l’ha innescata – dai pionieri di Internet all’inventore dell’i-Phone – non aveva in mente un progetto preciso se non questo, affascinante e selvaggio: rendere impossibile la ripetizione di una tragedia come quella del Novecento. Niente più confini, niente più élite, niente più caste sacerdotali, politiche, intellettuali. Uno dei concetti più cari all’uomo analogico, la verità, diventa improvvisamente sfocato, mobile, instabile. I problemi sono tradotti in partite da vincere in un gioco per adulti-bambini. Perché questo è The Game».
Geniale! Se invece di passare subito alle introduttive ragioni dello scrittore si riflette su ognuna di queste 6 frasi in 7 righe si trova un mondo: il nostro attuale mondo sociale umano dominato dalla tecnoscienza informatica. Un mondo di adulti-bambini under 25 - anche se anagraficamente appartenenti alla seconda, terza e quarta età - che giocano spensieratamente/incoscientemente (senza aver nulla in mente di preciso, tranne un nebuloso “rendere impossibile la ripetizione della tragedia del Novecento”) a tradurre i problemi [purtroppo tutti!] in un gioco.
Basta pensare al bellicoso game mercantile ricattatorio mondiale alla Donald Trump (lui come punta dell’Iceberg), al game litigioso e sterile in Italia tra Governo e Opposizione (loro come punta dell’Iceberg), al game degenerante dei Riformisti della Scuola italiana (loro come punta dell’Iceberg). Tutti game per adulti- bambini (max) venticinquenni spocchiosi, litigiosi, illusi… e poi delusi dalla realtà che invece di più “sociale” di prima diventa sempre più “antisociale” il giorno dopo.
Consiglio a tutti la lettura di questo libro, che non commento poiché ancora lo sto leggendo, e che trovo di grande interesse e ricco di spunti equilibrati: perché Baricco non prende le parti né dei critici, né dei favorevoli. Ne approfitto, come sempre, per aprire quello sguardo tridimensionale che colloca il tema puntuale analizzato (egregiamente e in tutte le sue sfaccettature da Baricco) all’interno della visione panoramica e sintetica della “strutturazione” sistema sociale. Visione del sociale economico, politico e culturale che cerchiamo di caratterizzare da più punti di vista poiché è la sola che apre alla consapevolezza di cosa dovere e poter fare in concreto per risanarlo… da subito!
Di fatto l’atteggiamento dei contemporanei circa il poter affrontare le problematiche sociali è paradossale. Esattamente quello descritto da Baricco quando caratterizza il risveglio della reazione della liquida cultura novecentesca davanti all’affermarsi nel tempo (brevissimo!) delle moderne strategie gassose del tecnoinformatico game.
Alessandro Baricco: «Non deve stupire come di fronte a tanta lucidità strategica la vecchia cultura novecentesca abbia finito per risvegliarsi dal proprio torpore e intuire che qualcosa di grosso stava succedendo. La reazione ci fu, e l’abbiamo registrata come la prima vera guerra di resistenza all’insurrezione digitale: parliamo degli anni a cavallo tra i due millenni. In genere i resistenti non vedevano l’intero processo, ma solo gli effetti finali: vedevano le orme del nemico, ma il nemico mai. Questo rese ovviamente la loro battaglia molto complicata, al limite dell’impossibile».
Anche i moderni risanatori del sociale –indifferentemente partano dal punto di vista economico, politico e culturale – “non vedono l’intero processo, ma solo gli effetti finali: vedono le orme del nemico, ma il nemico mai”. Che quel nemico “puntuale” sia di volta in volta la disoccupazione, la migrazione, la coesione sociale, la povertà, le guerre ecc. in tutti questi casi “questo rende ovviamente la battaglia molto complicata, al limite dell’impossibile”.
Possibile che ancora non ce ne rendiamo conto? Continuiamo ancora a dormire nel sociale?
Il risultato è che all’1% di ristretta positività sociale faticosamente conseguito dalle migliaia di iniziative economiche, politiche e culturali si affianca… un allargato 99% di antisocialità diffusa.
La consapevolezza diffusa della “strutturazione” del sistema sociale è essenziale per capire l’oggi “prima che i buoi scappino dalla stalla”. Come in realtà sta sempre più avvenendo.
E, prima di leggere un altro interessatissimo spunto da The Game, ricordiamo che l’attuale strutturazione del sistema sociale è caratterizzata dal dominio unilaterale ed esclusivo della dimensione sociale Economia su Politica e Cultura. Diversamente da quando precedentemente lo era, dominante sulle altre due, la dimensione sociale Politica (dalla Rivoluzione francese a 2/3 del Novecento), e prima ancora lo è stata la dimensione sociale Cultura (dominante sulle altre due in chiave religiosa) nel Medio-evo.
Questa unilateralità strutturale del sistema sociale, oggi a predominio esclusivo economico, l’abbiamo caratterizzata come Società “gassosa” precisando l’intuizione della Modernità liquida di Zygmunt Bauman; mentre le altre due unilateralità precedenti come Società “liquida” (a predominio esclusivo politico) e Società “solida” (a predominio esclusivo culturale). Tutte queste tre forme strutturali di sistema sociale sono squilibrate e per loro stessa natura tendenti più all’antisocialità integralista e conflittuale che alla equilibrata e sinergica socialità.
Essendo ora consapevoli, riguardo al tema trattato da Baricco, che ci troviamo temporalmente ad agire e vivere nella squilibrata e unilaterale Società “gassosa” a predominio economico – ossia dove tutto è definito in “denaro”, non in ideologie politiche o in valori culturali - non sorprende, ma risulta un percorso obbligato e non casuale quanto da lui affermato nel seguente brano dove commenta il successo economico delle prime dot.com
Alessandro Baricco: «Ma la progressione dei loro fatturati è qualcosa che neanche ai tempi della rivoluzione industriale si era mai vista. Ora la domanda è: erano lo scopo dell’insurrezione digitale, tutti quei profitti? Sì e no. (…) Se Zuckerberg fu sveltissimo a monetizzare un’intuizione che non era così poi visionaria, l’uomo che inventò le mail non ci guadagno nulla, Wikipedia non nacque per fare profitti, e il WEB (teoricamente la più grande macchina da soldi mai inventata) fu letteralmente regalato dal suo inventore a chiunque volesse usarlo. In definitiva possiamo dire che in quella affollata colonia di insorti c’era un po’ di tutto… Una cosa però la dobbiamo aggiungere, ed è che proprio in quegli anni [sono gli anni della trionfante Società gassosa negli USA e nel mondo] IL RISULTATO ECONOMICO INIZIÒ IN EFFETTI A RAPPRESENTARE IN CERTO MODO IL PUNTEGGIO VISIBILE, COMUNEMENTE ACCETTATO, PER CAPIRE CHI STAVA VINCENDO LA PARTITA TRA VECCHIO E NUOVO».
Come volevasi dimostrare: l’uso del maiuscolo è di Baricco. Società gassosa dunque che nel suo predominio economico su tutto ha in sé il tarlo della distruzione: il consumo è il suo Dio inverso, ad esempio, rispetto al Dio creatore della dimensione sociale culturale. Dal punto di vista sistemico sociale questa bidimensionalità è conflittuale e deve trovare nella dimensione politica l’elemento equilibratore.
Cosa impossibile nella Società gassosa perché allo strapotere dell’economia non corrisponde un altrettanto strapotere contenitivo delle altre due dimensioni. Tutt’altro! Entrambe sono indebolite e soggiogate dallo strapotere economico in atto e non equilibrano ma colludono con la dimensione economica, cercando di trarne vantaggio e un minimo spazio d’azione: pensiamo all’affarismo corrotto della politica e alla cultura ricattata o comprata dal denaro.
Con ciò si rende evidente che non servono azioni tappabuchi sul tema “puntuale” specifico (ad esempio la “lotta alla corruzione”) perché l’unilaterale strutturazione del sistema farà degenerare nel suo contrario qualsiasi valore perseguito (la verità in menzogna, ad esempio), qualsiasi ideologia nel suo contrario (le Sinistre, ad esempio, cui si chiede di fare qualcosa di sinistra), qualsiasi utilità in corruttivo mercimonio lobbistico.
Chi insiste in questo approccio “puntuale” è chi vede gli effetti finali e non l’intero processo pensando di avere l’idea giusta – se ci fossi io al potere!!! – e per risanare ogni singolo problema sociale si comporta come chi “vede le orme del nemico, ma il nemico mai”. Si comporta come quell’umanità così ben individuata da Baricco in The Game: adulti-bambini under 25 anche a 90 anni, che trasformano ogni problema in gioco… invertendo nel suo contrario il famosissimo motto di Schiller nelle Lettere sull'educazione estetica dell'uomo.
L’approccio strutturale, invece, ci porta fuori dal gioco inverso della Tecnoscienza incontrollabile e della passività umana ora posta sul duplice binario del software/hardware digitale. Ci dice che va eliminata l’odierna unilateralità strutturale [la forma “gassosa”] nel sistema sociale prima di ogni altra cosa. Ci invita a costituire una trilateralità strutturale armonica nel sistema sociale attuale: ci invita con urgenza a fare nel sociale la stessa cosa che facciamo con la raccolta differenziata dei rifiuti!
La Società gassosa (come le altre due unilaterali precedenti, liquida e solida) corrisponde nel sociale alla diseducativa raccolta indifferenziata dei rifiuti. Come questi ultimi vengono raccolti in un unico contenitore, alla rinfusa fino a degenerare nella “terra dei fuochi”, così ogni iniziativa economica culturale e politica oggi viene raccolta nel contenitore unico Mercato fino a degenerare… nell’antisociale disastro ambientale mondiale.
Serve invece una raccolta differenziata del sociale per ottenere quell’equilibrio sociale armonico che nell’attuale squilibrio antisociale latita. Serve sì il contenitore Mercato, ma esclusivamente per la raccolta differenziata di ogni attività economico-commerciale-finanziaria. Ad esso va affiancato il contenitore Stato, ma esclusivamente per la raccolta differenziata di ogni attività politico-giuridico-amministrativa. E ad essi va affiancato il contenitore Scuola, ma esclusivamente per la raccolta differenziata di ogni attività culturale-educativa-formativa.
Attivare la raccolta differenziata del sociale complessivo economico/politico/culturale - ossia dotarsi di una moderna struttura “tridimensionale” nel sistema sociale - è il compito che ci spetta dalla Rivoluzione francese: da quando la dimensione sociale Economia si è finalmente emancipata dal millenario/secolare dominio della Cultura/Politica.
Questa emancipazione è reciproca tra le tre dimensioni sociali e non può più essere gestita da un sistema sociale che persevera – perseverare nell’errore è diabolico, non umano ci dice il proverbio – nella sua decotta struttura unilaterale a predominio “monodimensionale”. Nessuna delle sue tre forme unilaterali (solida, liquida e gassosa) ne è in grado, anzi favorisce l’antisocialità diffusa: l’aumento di diseguaglianze economiche sul Territorio planetario, la conflittualità ideologica nelle Comunità umane, l’integralismo culturale nelle Persone singole.
Questa emancipazione trilaterale per essere equilibrata necessita di un sistema sociale compiutamente “tridimensionale”, nella sua forma concreta. La realizziamo non seguendo il social game che ci spinge semi-addormentati ad affrontare “puntualmente” i vari problemi sociali da adulti-bambini smanettoni, bensì svegliandoci e predisponendo finalmente la corretta raccolta differenziata del sociale complessivo nei suoi tre appositi contenitori.
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